Novanta scuole materne paritarie, 210 nidi e 36 micronidi privati accreditati e/o in convenzione, a cui si aggiungono diciotto nidi famiglia e 8 centri per la prima infanzia. Sono state la «culla» di migliaia di bimbi milanesi prima del lockdown, al pari degli asili comunali. Ma «senza aiuti da parte dell'amministrazione rischiano di chiudere» avverte il consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico che sul tema dei sostegni a nidi e materne convenzionati ha inviato un'interrogazione all'assessore all'Educazione Laura Galimberti. E lo ha deluso soprattutto l'ultima risposta. De Chirico ipotizzava il rischio fallimento per circa 115 gestori privati, con riduzione dei posti per i bimbi. E l'assessore ha riferito che «anche recentemente sono arrivate richieste di nuove aperture». «Una risposta da censurare - protesta il consigliere -. Con che coraggio si mette nero su bianco che per strutture che chiuderanno ce ne saranno altre che apriranno? Questo evidenzia la scarsa considerazione che il Comune guidato dal centrosinistra ha per tutte quelle strutture paritarie che ogni anno garantiscono 1.610 posti convenzionati ai bimbi». Giovedì alle 15 il comitato Educhiamo ha organizzato un presidio di protesta davanti a Palazzo Marino.
Intanto venerdì la giunta ha stanziato 4,4 milioni per la fornitura di nuovi arredi scolastici per nidi, materne, elementari, medie, civiche e case vacanze.
Per consentire la ripresa in sicurezza a settembre vanno ripensati spazi e metodi della didattica, è stato approvato anche un manifesto. E alcune scuole (come nella foto) si sono già attrezzate con tavoli di varie forme, scaffali e cuscini.
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