È assalto ai supermercati, via alle scorte e ai rincari

Con il caro gasolio lievitano i prezzi degli alimentari. Aumenti dal 3 al 15 per cento anche sui beni primari

È assalto ai supermercati, via alle scorte e ai rincari

Dalla psicosi da Covid con le scene di assalto ai supermercati durante il primo lockdown alla psicosi della guerra che sta spingendo milanesi e lombardi ad assaltare i negozi per fare scorte di cibo e la grande distribuzione a contingentare gli acquisti, mettendo un tetto massimo alle confezioni che si possono acquistare. Già ieri si vedevano gli scaffali completamente vuoti, anche per il timore di un aumento esponenziale dei prezzi degli alimentari. «Per quanto riguarda la farina ci sono già problemi di approvigionamento per lo stop alle esportazioni di grano da parte di Russia, Ucraina e Ungheria - spiega Matteo Cunsolo, presidente dell'associazione dei Panificatori di Confcommercio - per alcuni tipi di farina almeno. Così il prezzo del pane è già aumentato, passando da 4,80 euro al chilo di settembre a 5/6 euro al chilo oggi, almeno a Milano». «Un chilo di grano tenero ha raggiunto in Italia - sottolinea la Coldiretti - il valore massimo di 40 centesimi al chilo su valori influenzati direttamente dalle quotazioni internazionali a differenza del pane che evidenzia una estrema variabilità dei prezzi lungo la penisola. Una dimostrazione che a pesare sul prezzo finale per il 90 per cento sono fattori come l'energia, gli affitti e il costo del lavoro, più che la materia prima».

Così l'aumento del 20 per cento del costo dell'energia ha prodotto rincari anche sulla pasta, sul latte che ha subito un aggravio del 7/8 per cento nella produzione, del burro, dell'olio di semi. Il caro gasolio, quindi il costo del trasporto, che incide del 20/25 per cento in più su qualsiasi prodotto, ha causato il rincaro di alcuni tipi di riso, del vino, salito in certi casi anche del 15 per cento, del pesce. «Allo sciopero dei trasportatori, settimana scorsa si è aggiunta l'agitazione dei pescatori che incide fino al 12 per cento sui prezzi di listino - spiega Angelo Nichetti, presidente dei grossisti Ittici di Confcommercio- a questo di aggiunge il costo dei container frigo passato da 2.500 euro del 2020 a 12mila euro attuali, che rende ancora più costosa l'importazione di pesce dai mari orientali».

Diverso il discorso per la grande distribuzione che si è sino ad ora impegnata ad assorbire, buona parte dell'aumento del costo del trasporto e dei prezzi d'acquisto dei prodotti sul prezzo di vendita. «Il paniere base per i Consumatori - spiega Davide Neirotti, socio Conad - viene proposto in vendita con un rincaro medio che, al momento, sta entro il 3 per cento. L'aumento dell'energia e dei trasporti va affrontato, da un lato nell'ambito della filiera agro-alimentare con sforzi congiunti ai produttori locali, dall'altro puntando sulla qualità e sulla convenienza dei prodotti a marchio. Sicuramente sull'aumento dei prezzi incide anche la speculazione fatta in altre sedi, basti pensare che ci sono alcuni prodotti che sono scesi di prezzo. Il tema dei carburanti la fa certamente da padrone, colpendo maggiormente i piccoli-medi autotrasportatori». Diverso il discorso per la carne, già «travolta» dall'aviaria: «Anche se il prezzo di acquisto è lievitato del 10/15 per cento, siamo riusciti a contenere il costo finale - continua Neirotti-.

Rimane sostanzialmente invariato il prezzo del paniere base anche per il settore dell'ortofrutta. Fondamentale è ora comprendere quali azioni verranno intraprese a livello istituzionale per intervenire sull'escalation di aumenti, e quali iniziative a sostegno di imprese produttrici e distributrici»

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