Basta con il mojito L'aperitivo «sano» invade l'happy hour

Addio happy hour unti e bisunti che fanno schizzare le transaminasi e il tasso alcolemico; basta pause pranzo sballate o iperdietetiche da consumarsi in palestra. Il futuro metropolitano (già cominciato) è mangiare e bere «bene», ma secondo parametri rigorosamente salutistici, anche a rischio di stravolgere qualche paradigma. Così, gli chef creativi non bastano più ma si affiancano a scienziati dell'alimentazione o addirittura chimici: come nel caso di Andrea Acierno, barman direttore del neonato «Blah» di via Turati 6, che sta per Breakfast-Lunch-and-Happy hour. Tre concetti ma un'unica filosofia: quella di una cucina sana e bilanciata senza rinunciare al piacere della gola. Una tendenza che ha già preso piede da tempo in centro città - quartiere di modelle e rampanti attenti al girovita - con l'apertura di ristoranti a chilometro zero o con propensioni vegane (ultimi della serie il «Downtown - La Sana Gola» del Boscolo Hotel di corso Matteotti e lo «Chic & Go» di via Montenapoleone). Tenta di andare oltre il progetto «Blah», di recentissima apertura a due passi dalla palestrata piazza Cavour su idea dei due soci fondatori Giorgio Quarta e Stefano Macchi, quest'ultimo già ispiratore della nota catena dei mozzarella-bar Obikà. Sì perché la vocazione all'alimentazione equilibrata si allarga anche al pianeta aperitivi, sancta sanctorum del relax milanese tradizionalmente a base di mojito, negroni e spritz. Vade retro, ammonisce Andrea il chimico il quale - forte anche di una lunga esperienza tra Milano, Kuwait City e Singapore - ha studiato una linea di cocktail absolutely... ipocalorici, ma non per questo meno intriganti dei soliti noti. «Le basi alcoliche - spiega - sono rigorosamente naturali e non contemplano distillati come vodka, gin, rum e tequila che hanno un grado alcolico molto superiore; il resto sono frutta e prodotti freschi». E infatti sul menù i 26 cocktail inediti figurano sotto la voce «Light alcool» e, per non spaventare i bevitori abitudinari non mancano i riferimenti agli aperitivi tradizionali. Come nel caso del «Love» che di gusto ricorda il mojito ma i cui ingredienti sono: menta, lime, miele, e una base alcolica di zucchero al posto del rum. Oppure come il «World», dal gusto simile allo spritz, a base di vino bianco, aperol, zenzero, limone e H20 gassata.
A tavola, invece, la lezione alimentare comincia già dalla colazione di cui gli italiani, si sa, sono pessimi consumatori. Bandita la tradizionale accoppiata cappuccio e brioche, ecco alla carta diverse soluzioni di Colazioni bilanciate, tra frutta fresca di stagione, yogurt e cereali, ma anche pane burro e marmellata, uova e prosciutto tostato e salmone affumicato.

«In tutte le nostre proposte culinarie viene mantenuto saldo il rapporto tra le componenti alimentari, vale a dire il 50 per cento di carboidrati, il 35 per cento di grassi e il 15 per cento di proteine» dice Macchi, che per la creazione dei piatti si è affidato allo chef internazionale Giacomo Gallina e a Maurizio Bosotti, allievo di Marchesi. «Ma chi cerca diete punitive non venga da noi». E allora a pranzo il menù spazia da ovest a est, con i piatti raggruppati in tre categorie: Light, Regular e Energy. Per tutti insomma...

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