Bere bene e spendere meno? Torna la moda del vino sfuso

IL CASO Si impongono le cantine "fai da te". Chi vuole può portare le bottiglie vuote da casa altrimenti si possono prendere sul posto. In questo modo si risparmia fino al 50 per cento

Bere bene e spendere meno? Torna la moda del vino sfuso

Voglia di contadino, di cantine genuine, ma soprattutto di rispar­mio. All’inizio, all’incirca tre anni fa, fece una certa impressione la comparsa in città della prima eno­teca che, come i vinai di una volta, proponeva rossi e bianchi sfusi spillati dalla botte anzichè etichet­te docg in bella mostra sugli scaffa­li. Oggi a Milano sono ormai quasi una decina i negozi che hanno adottato la formula «dal produtto­re al consumatore», con un siste­ma semplice e vincente: vini di buona qualità importati da varie regioni d’Italia,una batteria di bot­ti di acciao ad approvigionamen­to mensile, servizio di pronto im­bottigliamento con riciclo di vuo­ti. «Con il vetro c’è un piccolo sup­plemento sul prezzo, ma da noi i clienti vengono a rifornirsi anche con bottiglie di plastica, bottiglio­ni e damigiane» dice Rocco Filar­di, titolare de «Il Torchio» di via Aselli 33 a Città Studi, l’ultimo na­to dei vinai pret a porter . Prima di aprire la sua enoteca di sei botti (quattro da 1.500 litri e due da 600) ha fatto due anni di apprendi­stato alla Vineria di Aron Brussolo a Porta Genova, il primo apparso sotto la Madonnina. «Il pubblico chiedeva qualità senza volersi sobbarcare di tutti i ricarichi della filiera». Che vuol dire i costi di eti­chetta, imbottigliamento, distri­buzione e in molti casi anche le provvigioni degli agenti. «Troppi passaggi che quasi raddoppiano il prezzo del vino, sia all’enoteca che al supermercato».I vinaioli co­me Filardi si riforniscono da picco­li produttori italiani che mensil­mente riforniscono le botti. «At­tualmente- dice Filardi - ho quat­tro tipi di rosso da Emilia, Veneto, Abruzzo e Toscana e due bianchi; da poco anche un docg». I prezzi del vino sfuso a Milano vanno da 1,90 euro a 3,90 al litro per i prodot­ti di punta. Risparmio, dunque, ma non solo. «I vini serviti dalla botte hanno meno additivi e il pubblico fa anche una scelta di ge­nuinità, oltre ad abituarsi al rici­clo ». E così, oltre a recuperare i vuoti, i nuovi vinai hanno lanciato anche la moda dei contenitori eco­logici. Si chiamano Bag-in-Box e sono un tipo di imballo economi­co e in cui il vino può essere con­servato per mesi anche a confezio­ne già aperta. Vediamo chi sono e cosa offrono le principali botte­ghe di vino sfuso in città.
La Vineria

(via Casale 4): mescita al bicchie­re, vendita e consegne a domicilio di Sangiovese Romagna, Raboso Trevigiano, Shiraz Sicilia, Primiti­vo Salento, Chardonnay di Chieti e Sauvignon Venezie
Il Torchio

(via Aselli 33): vini sfusi, rossi e bianchi, si alternano al Torchio a seconda della stagionalità e della qualità: attualmente disponibili Rosso Toscano, Montepulciano d’Abruzzo, Merlot veneto, Char­donnay e Sauvignon veneti; ma anche agro di vino, grappe ed una selezione dei vini delle migliori cantine italiane
La Bottega del vinaiolo

(Via Washington 91). Ampia sele­zione che comprende Riesling di Pavia bianco, Chardonnay bian­co dell’Astigiano, Muller-Thur­gau di Pavia bianco, Barbera del Monferrato,Pinot nero dell’Oltre­pò pavese, Passito di Sicilia, Mer­lot di Verona rosso, Nebbiolo e Dolcetto dell’Astigiano
Perbacco Vino Sfuso

(via Giuseppe Pecchio, 4).

Botti­gli­eria in zona Buenos Aires gesti­ta da Adriano Franzolin: A disposi­zione una ventina di vini, tra bian­chi (Sauvignon, il Riesling e il Pi­not grigio), e rossi (come il Bordo­­lese, il Marzemino e il Raboso).

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