Bolshoi sulle punte alla Scala: la Russia esporta la sua danza

Doppio spettacolo per "La Bayadère" e "La bisbetica domata" da domani al 13 con tre recite per ciascuna

Bolshoi sulle punte alla Scala: la Russia esporta la sua  danza

Gloria, cultura, forza: sono i tre sostantivi che Makhar Vaziev, il direttore del corpo di ballo del Bolshoi, usa per dipingere la madre Russia. Le stelle e la compagnia del Bolshoi di Mosca sono arrivati a Milano e da domani al giovedì successivo saranno protagonisti di due spettacoli: La Bayadère (7, 8, 10) e La bisbetica domata (11, 12, 13). È l'ottava volta che la più prestigiosa compagnia, un brand planetario, si esibisce alla Scala. La prima fu nel 1964, in piena epoca sovietica. Ora siamo nell'era Putin. È il presidente in persona il propugnatore delle stagioni russe: il progetto-vetrina del meglio della cultura patria, Bolshoi in testa, in tutto 310 eventi che l'anno scorso si tennero in Giappone, quest'anno in Italia e l'anno prossimo in Germania. Il Cremlino mette in campo 3.8 milioni di euro, il resto viene dai munifici sponsor, che nel caso di questo sbarco sulle punte sono i magazzini GUM e Bosco dei Ciliegi, in una parola Mikhail Ernestovich Kusnirovich, il magnate russo così legato all'Italia da esprimersi in un ottimo italiano, con accento emiliano. Quello di Milano è uno degli appuntamenti di maggior rilievo delle stagioni russe che debuttarono a Roma, il 14 gennaio, con un concerto dell'orchestra del Marinskij di San Pietroburgo diretta da Valery Gergiev.

Makhar Vaziev, che spese sette anni alla Scala dirigendone il corpo di ballo, arrivò al Bolshoi in una fase molto delicata per le faide interne. Subentrava a Sergei Filin, noto per essere stato aggredito con l'acido che lo sfigurò. «Non trovai una situazione facile» ammette Vaziev, aggiungendo tuttavia che il Bolshoi, basta la parola, è grande in tutti i sensi: «Ha due palcoscenici, offre 250 spettacoli di balletti all'anno. Non ci sono problemi di vendita di biglietti».

A Milano avremo le due punte di diamante: Svetlana Zakharova e Olga Smirnova. La Zakharova sarà Nikiya, ne La Bayadère, un classico russo, si parte dalla coreografia di Marius Petipa (1877) ripresa da Yuri Grigorovich che ha mantenuto invariati i pilastri fondamentali, però con interpolazioni e tagli: su tutti, il finale, non c'è il terremoto. La Zakharova spiega che è uno spettacolo «a me molto caro. A 16 anni ballavo nel quadro delle Ombre. Quando arrivai al Marinskij, l'insegnante mi chiese cosa avrei voluto ballare, e io risposi La Bayadère. In realtà, prima arrivò Giselle, anche perché bisogna avere una certa maturità per fare Nikiya. Il terzo atto è fra i più difficili. Qualsiasi errore, anche minimo, non perdona. Quando mi preparo per uscire, guardo il corpo di ballo e in particolare le Ombre che disegnano arabeschi. Tutto questo è molto emozionante. È uno spettacolo che adoro». La Smirnova sarà invece Nikyia nella serata dell'8 settembre, ma anche Bianca ne La bisbetica domata dell'11 e 13 settembre con il partner di sempre Semyon Chudin. È stato cucito proprio su misura di Smirnova-Chudin questo balletto classe 2014, ispirato all'omonima opera di Shakespeare. L'autore è Jean-Christophe Maillot, con la Bisbetica firmò il primo balletto per una compagnia che non fosse la sua (Les Ballets de Monte-Carlo). La Smirnova ammette che «questi due ruoli vennero creati proprio per noi, quindi è un balletto comodo, ci sentiamo come pesci nell'acqua».

Al seguito del Bolshoi è anche Jacopo Tissi, già allievo dell'Accademia scaligera e primo italiano nella storia del Corpo di Ballo moscovita. Sarà il nobile guerriero Solor, il 10 settembre, in coppia con Alyona Kovalyova, mentre la Zakharova avrà come partner Denis Rodkin.

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