Buco di 30 milioni nei conti Sala «fregato» dal suo governo

Fumata nera a Roma sui fondi promessi a luglio Fi: «Sindaco debole anche coi suoi, pronti a dimetterci»

Buco di 30 milioni nei conti Sala «fregato» dal suo governo

Beppe «stai sereno». Quando a inizio luglio il sindaco di Milano - insieme ad altri colleghi a capo delle Città metropolitane - annunciò di essere pronto ad «azioni a sorpresa, eclatanti e imprevedibili» se il governo non avesse aperto subito un tavolo per mettere in sicurezza la situazione finanziaria delle ex Province il premier Paolo Gentiloni si affrettò a rassicurare tutti, e in particolare il sindaco di Milano che si trovava con il Bilancio di previsione per il 2017 più a rischio. In quell'occasione, gli altri sindaci concordarono di cedere a Milano il fondo da 12 milioni previsto per tutte le ex Province. Un aiutino, il buco da 45 milioni circa poteva scendere (sommato ad altri risparmi di cassa) intorno ai 30 milioni, il voto al preventivo nel frattempo era slittato a fine settembre e Sala era fiducioso. «Il governo ha stanziato altri 100 milioni, alle Città metropolitane potrebbero spettarne 27/28, anche di questa cifra cercheremo di capire quanto potremo avere». Milano mirava in realtà ad incassare quasi tutto il pacchetto, è l'unica dover ancora approvare i conti insieme a Reggio Calabria. Ma a meno di dieci giorni dalla scadenza per il voto, ancora due giorni fa è saltato il tavolo Stato-Enti locali a Roma. Fumata nera, discussione rinviata a giovedì prossimo. Oltre a voler distribuire in maniera più equa le risorse, il governo al momento chiude anche alla richiesta di una proroga per approvare i conti. Così si rischia il default e - tra le conseguenze immediate - saltano dal primo ottobre i contratti di una trentina di lavoratori precari. In ogni caso le spese degli ultimi 3 mesi saranno foprtemente compresse. I sindacati sono in trincea. La Rsu ha convocato un confronto lunedì alle 9,30 nell'aula consiliare di via Vivaio, chiederà un incontro urgente al prefetto e intende presidiare permanentemente l'aula tenendo un'assemblea al giorno. Per venerdì prossimo ha in programma azioni di protesta sia in via Vivaio che a Palazzo Marino.

Forza Italia va all'attacco, i consiglieri replicano la minaccia delle dimissioni di massa se si arriverà al crac (anche per non dover rispondere personalmente del default) e Graziano Musella, anche sindaco di Assago, mette sotto accusa Sala: «Non ha saputo gestire la situazione e i rapporti politici con il governo amico, siamo di fronte a una totale incapacità della sinistra non solo di gestire le istituzioni locali ma di dialogare tra enti che stanno dalla stessa parte». Per «sopperire all'assenza di Sala ho chiesto di convocare stati generali con tuti i sindaci dell'area per spingere il governo ad un confronto». Si unisce alla protesta il capogruppo Fi in Comune Gianluca Comazzi: «Il sindaco di Milano si è rivelato debole, a Roma non lo ascolta nessuno. La sinistra ha rovinato l'impianto istituzionale delle province e delle città metropolitane: i ponti crollano, le strade provinciali sono piene di buche e nelle scuole latita la manutenzione. A pagare sono sempre i cittadini».

Il vicesindaco metropolitano Arianna Censi (Pd) sottolinea invece che «mancano strutturalmente 45 milioni e la spesa, al netto dei 160 milioni che la Città metropolitana trasferisce a Roma, non può comprimere ulteriormente la spesa. Se arriveranno una buona fetta dei 28 milioni da Roma e saremo autorizzati a una deroga per coprire spesa corrente con fondi in conto capitale il previsionale sarà in pareggio, ma serve una soluzione strutturale».

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