Caccia al killer dell'assicuratore Al setaccio le carte dell'ufficio

Gran signore, gentilissimo, riservato, dai modi ineccepibili, sempre sereno e tranquillo. Sportivo dal fisico asciutto, quello del golfista doc, già presidente del prestigioso «Golf Club Pevero» in Costa Smeralda. Ma anche gran lavoratore, carismatico titolare delle agenzie assicurative e di brokeraggio «Preda sas» e «D. P. Preda sas» di via Monte Rosa 21, in zona Fiera. Dove, insieme alla moglie, la 70enne Ornella Mariani - definita dai loro collaboratori come «gran donna e mente raffinata» - arrivava alle 9 del mattino e non se ne andava mai prima delle 19, per gestire un parco clienti che in molti non esitano a definire «davvero consistente» visto che la società è mandataria di un colosso assicurativo come Unipol e ha 6 dipendenti e almeno 8 subagenti.
Ecco chi era - per tutti quelli che lo conoscevano, bene o meno bene - Diego Preda, 68 anni (ne avrebbe compiuti 69 mercoledì prossimo), l'uomo ucciso mercoledì alle 19.30, a due passi dal suo ufficio, sul marciapiede all'angolo tra via Mosé Bianchi e via Alberto Mario, mentre, dopo essere passato in farmacia, stava andando a prendere il suo Suv al solito garage. L'assassino conosceva le sue abitudini. E lo aspettava in strada. Un unico colpo di revolver alle spalle, sparato dritto sulla nuca, a pochi centimetri di distanza, quasi a non voler guardare in faccia la vittima, quasi come chi fa una cosa simile per la prima volta. Il volto coperto da un cappuccio e un cappellino con visiera, probabilmente con i capelli scuri. Che poi è fuggito correndo a gran velocità per tutta la via Domenichino e svoltando quindi a sinistra, verso piazzale Brescia.
La sezione omicidi della squadra mobile, che si occupa delle indagini, dopo aver ascoltato i 4 testimoni, i collaboratori e i parenti più stretti dell'uomo - la moglie e il figlio Giorgio, un 42enne che gestisce in via Turati, sempre per conto della famiglia, la «Z&M srl», un'altra società di brokeraggio - ha sequestrato i locali di via Monte Rosa per vagliare tutta l'attività lavorativa della vittima, l'effettiva consistenza del volume d'affari dei Preda. Quindi la polizia sta visionando i filmati delle telecamere della zona.
«Forse una questione di prestiti, di favori fatti e non ricambiati» si spinge a dichiarare un investigatore. Anche se Giorgio Preda ha escluso categoricamente che il padre avesse problemi di lavoro. «Ho lavorato con lui, fianco a fianco, negli uffici in Fiera, per anni: se avesse avuto delle rogne me lo avrebbe confidato. Era un uomo squisito: chi potrebbe averlo voluto morto e in quel modo poi?» ha detto Giorgio sconvolto alla polizia.


Ambizioso, venditore rampante, Preda aveva conosciuto la moglie quando lavorava alla Polaroid Italia di Arcisate (Varese). La signora Ornella era la figlia del direttore amministrativo. «Una coppia affiatatissima» confermano tutti.

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