Il campo rom da 60mila euro al mese

Pronto per metà giugno il centro da 150 posti del Comune. Ospiterà i nomadi aspettando che qualcuno li assuma

Il campo rom da 60mila euro al mese

Tecnicamente si chiama «Centro di emergenza sociale»: sei container - di quelli che si usano per accogliere gli sfollati dopo i terremoti - ciascuno dei quali conterrà camerate da ventiquattro letti. Più altre tre strutture per i servizi igienici (in tutto 15 docce e 15 wc), un container-lavanderia, tre blocchi adibiti a cucine, uno per il refettorio. Dopo quello di via Barzaghi, entrato in funzione nel luglio 2012 in seguito all'incendio nel campo abusivo di via Sacile, quello di via Cesare Lombroso è il secondo dormitorio con cui Palazzo Marino prova a far fronte a quella che definisce «l'emergenza sociale» dei rom in città.

Nel terreno concesso in comodato d'uso gratuito dalla Sogemi (la società che gestisce il vicino Ortomercato) accanto al cavalcavia della ferrovia dovrebbero arrivare 150 persone, per lo più provenienti dall'ex campo abusivo di via Dione Cassio. È previsto un presidio fisso della polizia locale, oltre alla presenza di operatori sociali. L'area doveva essere pronta il 17 maggio scorso, ma «le insistenti piogge delle ultime settimane hanno rallentato i lavori», spiegano i tecnici. Mancano ancora gli allacci elettrici e un impianto di scolo e fognatura Ma l'assessore alla sicurezza Marco Granelli è fiducioso e annuncia che, al netto di altri giorni di pioggia, «sarà tutto pronto per metà giugno».

Il centro è realizzato con fondi assegnati dal Ministero dell'Interno in base alla convenzione sottoscritta con la prefettura il 22 marzo scorso: 5 milioni e 691mila euro per il biennio 2013-2014. Cioè quel che resta del primo piano rom, varato nel 2008 dall'ex giunta Moratti, in base al quale per Milano erano stati stanziati 13,6 milioni di euro. Otto di questi furono usati per la chiusura del campo di via Triboniano, il resto è stato sbloccato dall'attuale giunta e vincolato all'attuazione della convenzione. La spesa mensile prevista è di 60mila euro. Metà destinati alla copertura dei costi di manutenzione delle strutture - compreso l'impianto di areazione, necessario ad evitare che i container, con l'inizio della bella stagione, raggiungano temperature roventi -, gli altri 30mila per la gestione del personale.

Il progetto è ambizioso, ai limiti del velleitario: il centro, oltre a evitare nuove occupazioni abusive e situazioni di illegalità (vedi cavalcavia Bacula, via Rubattino, via Sacile), dovrebbe essere «di breve permanenza». Il comodato d'uso, infatti, scade ad ottobre 2014: tra un anno e mezzo, ha spiegato ieri l'assessore alla sicurezza Marco Granelli, l'idea è che «con l'aiuto degli operatori sociali, i rom ospitati via via trovino un lavoro e, con le risorse economiche gradualmente acquisite, siano avviati verso l'indipendenza». Con un tasso di disoccupazione regionale che supera l'8 per cento (dati Unioncamere), dura credere che in un anno e mezzo almeno un membro di ciascuna famiglia trovi un impiego per pagare un affitto nella costosa Milano.

E il timore che il centro diventi l'ennesima baraccopoli c'è tutto: «Li fanno venire qua? Ah, bene, come se questa zona non fosse piena di problemi», sbotta la signora

dietro al bancone del bar accanto all'Ortomercato. Non vuole dire il suo nome, «non ci tengo a fare polemiche inutili», si schermisce. E conclude: «Spostarli da una parte all'altra della città non risolve mica la questione».

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