Ristoratore doc da una vita, in crisi a causa dei lavori del maxi-cantiere per la galleria tra Monza e Milano, è rimasto vittima di truffa da parte di un candidato alle passate elezioni amministrative di Monza che, complici due imprenditori, non gli avrebbe pagato una cena di campagna elettorale da 3mila euro.
Una sala ampia e luminosa, le pareti che trasudano lavoro e passione per la ristorazione d'eccellenza, è riscaldata solo da una stufa, perché di soldi per il gasolio non ce ne sono più. Loriano Galligani, 74 anni, la racconta la sua storia avvolto da una sciarpa pesante, mentre sua moglie spadella in cucina con indosso un golfino di lana grossa. «Il cantiere di viale Lombardia ci ha ucciso, oltre la metà delle attività commerciali della zona hanno chiuso - spiega - questo tunnel in quattro anni ha azzerato un'intera generazione di commercianti e imprenditori». Galligani, ex proprietario di numerosi ristoranti, aveva la sua punta di diamante a Milano, in via Monte Santo 2. «Ho chiuso l'Olivo milanese nel '98, ho liquidato anche gli altri locali e poi mi sono dedicato solo a quello monzese, che da Squeeze ho ribattezzato anche lui Olivo - prosegue - per salvare il lavoro ho provato anche a cambiare cucina, poi l'ho dato in gestione, ma é andata male».
All'apertura della campagna elettorale per le amministrative di Monza, la scorsa primavera, la prenotazione per una cena gli aveva ridato speranza. «È venuto da me Stefano Palombo, candidato in consiglio comunale con la lista Mandelli Pdl, e mi ha commissionato una cena per 104 persone. Si è mostrato così fiero di farla da noi, ben disposto, e ho accettato di buon grado il lavoro. Un paio di giorni dopo mi ha telefonato una persona qualificandosi come l'imprenditore Stefano Cavallaro che ha concordato con me un prezzo di circa 30 euro a persona per la cena di Palombo, di cui si é definito sostenitore - continua - per il 3 maggio scorso ho cucinato un maiale intero al forno, concordando con questi signori anche la disposizione dei tavoli. Finita la cena, Palumbo e Franco Ironico mi hanno chiesto la fattura e spiegato che Cavallaro, assente per un malessere, sarebbe passato a saldare poi». A pagare, però, non si è mai presentato nessuno.
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