Canoe di scotch e cartone si sfidano tra le rapide dell’Adda

Una regata estrema tra le rapide dell’Adda navigando su un pezzo di cartone. Con l’obiettivo di riuscire a percorrere 4 chilometri tra i flutti e i mulinelli, restando a galla in due per 40 minuti sullo scafo improvvisato. La sfida si intitola Soap kayak extreme e si terrà per la prima volta il prossimo 6 settembre. L’ideatore è Riccardo Mandelli, 36 anni, di professione responsabile marketing. Insieme a Ivan Pozzoni costituirà uno dei sette team da due vogatori l’uno ammessi a partecipare alla gara nautica. Come rivela Mandelli, «prima di scendere in acqua ciascuna squadra avrà un’ora di tempo per costruirsi lo scafo con sette metri quadrati di cartone e un rotolo di scotch forniti al momento. Poi daremo il via alla regata, con tutte le imbarcazioni che partiranno contemporaneamente: vincerà chi arriverà prima al traguardo».
Una vera e propria sfida da Guinness dei primati, se si pensa che il record di galleggiamento sul cartone è di 15 minuti. Mentre per arrivare in fondo al percorso ne occorreranno 40. Ma Mandelli non si lascia scoraggiare: «Per due settimane non mangeremo per essere più leggeri. Poi lo scafo andrà tagliato su misura dopo aver visto le condizioni meteo del giorno della gara: realizzandolo più stretto se ci sarà una forte corrente, largo invece se ci saranno tante onde». Ma soprattutto il difficile inizierà una volta scesi in acqua. «Il trucco sta nel riuscire a non andare controcorrente, in modo da guadagnare tempo - svela l’ideatore della gara -. Se non si affonda, il cartone anche se diventa molle non si spezza. La cosa più importante ovviamente è mantenere l’equilibro per non rovesciarsi». Per quanto spericolata la sfida di Mandelli non è un’idea improvvisata. Nasce come evoluzione di una gara che si tiene da sette anni ogni seconda domenica di giugno, sempre nel fiume Adda, e si chiama Soap kayak race. «La differenza rispetto alla versione estrema è che dura solo 4 minuti e si svolge a cronometro - racconta l’organizzatore -. Quest’anno gli spettatori sono stati 4mila e in 12 ore abbiamo raccolto l’iscrizione di 140 equipaggi, per un totale di 280 vogatori più gli aiutanti durante la fase di costruzione dello scafo. Anche se per motivi di sicurezza abbiamo ammesso a partecipare solo 30 squadre».
E proprio per evitare imprevisti, lungo le rive erano presenti diversi cani terranova, pronti a buttarsi per ripescare i “naufraghi“, oltre a una equipe composta da 20 sommozzatori. Anche perché sono in pochi quelli che arrivano in fondo al percorso. «Quest’anno ci sono riusciti solo in cinque - ammette Mandelli -, e l’80% è affondato nei primi 10 secondi. Anche se l’aspetto più bello è il modo ironico e simpatico con cui la maggior parte dei partecipanti affronta la sfida.

Una squadra per esempio è scesa in acqua portandosi nella canoa un intero frigobar. E quando l’imbarcazione ha iniziato ad affondare, i vogatori hanno tirato fuori bicchieri e champagne e brindato al proprio naufragio».

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