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Gay pride, i pro e i contro

I pro: «No, è la rivendicazione di un diritto»

«I commenti scomposti ed insensa­ti degli esponenti di Lega e Pdl in que­sti giorni sull’omosessualità e sul Pri­de dimostrano a tutti quanti abbiamo bisogno di momenti come il Gay Pride - afferma Luca Gibellini (Sel) - Eventi e comunicazione che sensibilizzano contro omofobia, pregiudizi, odio e ignoranza. La nostra speranza è poter fare a meno in futuro di Gay Pride per­ché nessuno, neanche per qualche vo­to omofobo, arriverà ad insultare e di­scriminare in base all’identità sessua­le e perché in Italia finalmente avremo il pieno riconoscimento di diritti civili per tutti. Invitiamo quindi tutte e tutti, omosessuali ed eterosessuali, a parte­cipare al gay pride per rivendicare in­sieme cultura, coesione sociale e dirit­ti civili per tutti». «È legittimo non sostenere il gay pri­de e persino osteggiarlo politicamen­te, ma non sono tollerabili le... intolle­ranze: basta con le forme di omofobia che si sono manifestate anche all’inter­no delle istituzioni milanesi», ha ag­giunto anche Manfredi Palmeri (Ter­zo polo)

I contro: «Una carnevalata contro i milanesi»

«Corso Buenos Aires chiuso sabato 29 giugno per il Gay Pride: una misura assurda in questo periodo di gravissi­ma crisi economica- rincara Riccardo De Corato- Nel momento in cui il com­mercio è in ginocchio, Pisapia sacrifi­cauna giornata di shopping nell’arte­ria commerciale principale di Milano per consentire lo svolgimento di una­carnevalata che per giunta grava sulle casse comunali. Il Comune, che ha da­to il p­atrocinio a questa a dir poco stra­vagante manifestazione, taglia i fondi­per gli anziani e sostiene il Gay Pride. Tutta la zona sarà bloccata. Il Gay Pri­de si poteva decentrare in una parte di città meno intasata e più periferica. Mi­lano ha bisogno di ben altro, non di Car­nevalate in piena estate».

«Attenzione al grimaldello dell’omofobia - dice Matteo Forte (Pdl) - Se da un lato è sa­crosanto il diritto a manifestare, anche dei movimenti Lgbqt, e il diritto a vive­re la propria sessualità come meglio si crede, c’è un diritto anche alla critica e al dissenso che non può essere cancel­lato. Non è in discussione la dignità di ciascuno».

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