La città della musica si allarga "Ora i Conservatori sono due"

Roma promuove la Civica. Sì alle lauree specialistiche Il Comune: «Più opportunità per chi vuole studiare»

La città della musica si allarga "Ora i Conservatori sono due"

Milano sempre di più città della musica, concerti ma non solo. Metropoli dove è forte, ca va sans dire, anche il settore formazione. A proposito l'ultima della serie è arrivata dal ministero dell'Istruzione (Miur), che ha autorizzato la Civica Scuola di Musica «Claudio Abbado» ad attivare, dall'anno 2018/2019, corsi accademici di secondo livello Afam equiparati a percorsi di laurea specialistica. Detto in soldoni, la laurea 3+2 (il triennio c'era già prima). Ora il capoluogo lombardo può vantare di avere più istituzioni - la «Claudio Abbado» appunto e il Conservatorio «Giuseppe Verdi» - che rilasciano titoli musicali di entrambi i gradi. E ancora, una terza e una quarta sul versante pop-rock: il Cpm, che già riconosce titoli di primo livello e che presto dovrebbe avere i bienni, e il «Verdi» dall'anno scorso. Considerazioni.

«Questa ricchezza è segno dell'estrema vitalità di Milano e del diffondersi di bisogni formativi sempre più differenziati e complessi», attacca il direttore della Civica Andrea Melis, a lungo in prima linea per riuscire a far fare all'istituto l'agognato «salto». Che tra l'altro avvicina il capoluogo lombardo, anche su questo versante, al resto dei Paesi del mondo dove la musica è considerata una cosa seria e «dove non si contano gli esempi di istituzioni di livello universitario presenti nel medesimo territorio», spiega. Milano a tutti gli effetti città d'Italia con «due Conservatori» dunque? Al di là delle probabili distinzioni tecniche non si è molto lontani dal poterlo affermare. Anzi, in un commento lo conferma l'assessore all'Educazione e Istruzione Laura Galimberti: «Da oggi siamo davvero in grado di offrire ai giovani milanesi e a tutti coloro che qui vengono a studiare musica due Conservatori con cicli di studio completo, uno Statale e uno Civico». A conti fatti la scuola meneghina di via Stilicone ha avuto il via libera per «l'attivazione di 48 bienni»; «esclusi alcuni generi - aggiunge Melis - copriamo ogni ambito». Villa Simonetta ha una lunga tradizione legata alla musica antica, ambito in cui «inauguriamo un biennio dedicato alla medievale, unico in Italia e probabilmente in Europa». E ancora un istituto attivo nella musica da Camera, poi jazz, vocalità, barocca e operistica; non ultimi tecnologie audio e composizione applicata all'immagine. Il direttore: «Vi è un carattere di unicità, non meramente nazionale, nell'interazione con le altre scuole d'arte di Fondazione Milano, la Luchino Visconti di Cinema e la Paolo Grassi di Teatro, con cui diamo vita ad attività e progetti interdisciplinari». Al professore, che resterà in carica fino all'estate 2020, piacerebbe «dar vita, assieme al Verdi, all'Accademia della Scala e alle altre istituzioni Afam milanesi, a un polo che competa su scala internazionale». Chissà, se son rose fioriranno. Ma non finisce qui.

Da ricordare un'altra proposta del dirigente accanto all'idea di «ripristino dell'antico giardino rinascimentale all'Italiana di Villa Simonetta sostenuta da Italia Nostra.

«È il progetto di un parco della musica, di un auditorium polifunzionale con laboratori annessi; hanno riscosso consenso tra molti - conclude - Sarebbe un modo per rendere la scuola e i suoi spazi ulteriormente permeabili alla città e ai cittadini. Spero che alle idee e al plauso possano seguire i fatti».

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