Quel che più impressiona incontrando il signor Giancarlo, è l'amore incondizionato e immenso che prova per sua moglie. Un sentimento talmente profondo che emozionerebbe anche lo spettatore più cinico. «Fabiana? La risposerei domani - ammette senza giri di parole -. Ho girato il mondo per cercarla. E andrei ovunque, partirei immediatamente, se sapessi che c'è anche solo una possibilità di vederla e parlarle per un po'. So che è viva. Lei si accontenta di poco e la voglia di lavorare non le manca. Se la incontrassi la convincerei a tornare da me e dai nostri figli. In fondo non è accaduto nulla d'irreparabile. E la mia esistenza ricomincerebbe. Perché da quando mia moglie se n'è andata non è più vita, solo dolore. E sono sicuro che anche per lei è così» ammette tra le lacrime che non tenta nemmeno di nascondere.
Quella di Giancarlo Baresi e Fabiana De Palma, per tanti versi, è una storia di coppia come tante. Cinquantatrè anni lui, lei uno in meno, i due s'incontrano a Brescia, dove sono nati entrambi, trent'anni fa. Si amano, si sposano, costruiscono una famiglia con 4 figli, due femmine e due maschi. Nel frattempo marito e moglie lavorano insieme a Castel Mella, a 7 chilometri dal capoluogo. E fondano un'azienda di autotrasporti con diversi mezzi, dipendenti, ottimi appalti. Allargandosi a a tal punto da aprire due uffici all'estero, uno in Polonia e l'altro a Valencia.
Fabiana - una bella signora con i capelli rossi, modi tranquilli e pacati, un'intelligenza vivace - tiene la contabilità della ditta. Sembra serena anche se è sempre molto taciturna e riservata. «Non era una spendacciona. Ero io, semmai, a farle qualche regalo talvolta - racconta Giancarlo -. Lei era molto legata ai figli. Lavoravamo parecchio ma ci concedevamo anche qualche viaggio: insieme siamo stati a Cuba, a Santo Domingo, in Brasile. Ho sempre cercato di farla parlare: era cresciuta in una famiglia dove si parlava poco ed era normale tenersi tutto dentro».
Nel '96, quando nasce l'ultima figlia, in Fabiana qualcosa comincia a cambiare. Ma è l'anno dopo, a febbraio, dopo il parto di una bimba che, per complicazioni, muore il giorno successivo, che nella donna scatta qualcosa. Il 2 agosto 1999 Fabiana raggiunge Brescia e sale sul primo treno che trova. In pochi mesi ha puntato (e perso) decine e decine di milioni di lire al lotto. «Ero rimasto spiazzato, non riuscivo a spiegarmi l'accaduto: mia moglie non era una giocatrice. Così, quando se ne andò, io e la mia famiglia pensammo che Fabiana non riuscisse a perdonarsi quel che aveva fatto».
Dopo una serie di appelli a «Chi l'ha visto», dopo 2 mesi, Floriana viene individuata nel Salento. E torna a casa. «Scoppiamo di gioia quando la rivediamo - racconta il marito. - E lei, dopo qualche titubanza, sembra tornata la donna di prima. Risollevarsi economicamente è dura, ma in quel periodo trovo un socio e il lavoro comincia nuovamente a ingranare».
Tutto questo fino al 2006. Quando iniziano le prime avvisaglie dell'attuale crisi economica. E la donna ne soffre eccessivamente, non accetta che il lavoro venga a mancare. Fabiana non dice nulla, non parla. Ma spesso fissa lo sguardo nel vuoto. E con il passare dei mesi si trascura sempre più.
«Una sera la incontro per strada. Sta tornando a casa dal lavoro, ma anziché usare la macchina come sempre, è a piedi e piange - prosegue il signor Baresi -. Mi fermo per darle un passaggio accetta, ma non mi dà spiegazioni. L'accompagno a casa, l'abbraccio, ma lo sento: la sua mente è lontana e lei non mi ascolta anche quando le assicuro che ci riprenderemo, che l'importante è esserci l'uno per l'altra...».
La mattina del 20 luglio 2010 Fabiana si alza, si veste con una canotta e un paio di calzoni e, ancora con le pantofole ai piedi, sale sulla sua Punto grigia e raggiunge la stazione di Brescia dove abbandona la vettura e prende un treno. La sua famiglia non la rivedrà mai più. L'ultimo avvistamento serio è di 4 giorni dopo: Fabiana e in un albergo a Trapani. Ma riparte all'improvviso. E di lei non si saprà più nulla.
«Nel maggio dell'anno dopo mio figlio di 24 anni viene contattato su Facebook da una 40enne di Milano - conclude Giancarlo -. Gli dice di averlo conosciuto quando andava in colonia. Capiamo subito che è lei, Fabiana.
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