Doppio concerto del cantautore prodigio che faceva il pizzaiolo

Doppio concerto del cantautore prodigio che faceva il pizzaiolo

Altro che bamboccioni. C'è ancora gente, ed è il caso del cantautore pugliese (di Martina Franca) Renzo Rubino, che appena raggiunta la maggiore età decide di lasciare casa per seguire la propria «vocazione». Nel caso specifico, la musica.
«Di gavetta ne ho fatta e ancora ne farò», spiega Rubino, stasera e domani sera in concerto con la sua band Gli Altri (ore 22, ingresso libero) all'Enoteca Rosso Borsieri di via Borsieri 16, all'Isola, sulla scia del promettente album di debutto «Farfavole» (Spaghetti Records). «A 18 anni suonavo il piano in un night club di Fasano mentre le signorine si spogliavano e un paio d'anni dopo ho aperto il concerto di Albano a Roma senza che lui lo sapesse. Una ragazzata... Poi, ho venduto tutto quello che avevo - una macchina acquistata con i soldi guadagnati facendo il pizzaiolo - e sono salito a Milano per frequentare il Cpm (il Centro Professione Musica del Pfm Franco Mussida, ndr)», racconta l'originalissimo chansonnier. E proprio al Cpm ha incontrato quello che sarebbe diventato il suo futuro mentore, Andrea Rodini, vocal coach di «X-Factor», nonchè giudice di «Sanremolab»: «È stato lui il primo a credere in me. Mi ha chiesto di scrivere un mio pezzo. Gli è piaciuto così tanto che da allora mi fa da produttore artistico (il produttore discografico è Franco Migliacci, ndr)».
Quello appena trascorso è stato un anno da incorniciare per Rubino, grazie al disco d'esordio, per ora in vendita solo ai concerti («Alcuni hanno scritto che ricordo Vinicio Capossela, altri il primo Enrico Ruggeri, altri ancora Astor Piazzolla; in realtà, non mi rifaccio a nessuno né voglio copiare nessuno», ha dichiarato rifuggendo qualsivoglia etichetta) e alla vittoria all'ultima edizione di Musicultura (l'ex Premio Recanati). «A 23 anni mi ritengo fortunato anche perché lavorare nella musica oggi giorno è sempre più difficile», confida il cantautore, che ora si divide tra il capoluogo lombardo e la Toscana.

«Comunque mi inorgoglisce il fatto che il mio percorso da musicista non ha nulla a che vedere con talent e reality applicati alla musica. Sia chiaro, non li disprezzo, ma essere musicista è tutt'altra cosa. Ci vuole talento, ma bisogna anche studiare e fare gavetta e tanti, tanti concerti...».

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