"Violenza, aggressioni e mala movida": ecco la Milano di Sala

Il questore di Milano ha fatto il punto sulla deriva assunta da Milano negli ultimi anni, sottolineando l'impegno della polizia nei limiti delle sue possibilità

"Violenza, aggressioni e mala movida": ecco la Milano di Sala

Milano non è una città sicura, lo dicono i numeri. E la colpa non è delle forze dell'ordine, impegnate sul territorio con una presenza capillare. La causa di molti eventi va ricercata altrove, a monte, come spiega anche il questore di Milano, Giuseppe Petronzi, che intervistato dal quotidiano Libero ha fatto il punto su una situazione che agli occhi dei cittadini appare sempre più fuori controllo.

L'aggressività giovanile

I reati in metropolitana sono in aumento così come sono in crescita le associazioni in bande dei giovanissimi che, come spiegato dal dottor Petronzi, sono frutto di una "maggiore aggressività giovanile". Chiamarle baby-gang non è lessicalmente corretto per il questore, perché rispetto alle pandillas sudamericane hanno una conformazione diversa: "Mentre le pandillas sono strutturate, si distribuiscono i compiti, hanno filoni criminali consolidati e un radicamento sul territorio, questi ragazzi hanno meno vincoli e diventano più imprevedibili e pericolosi".

Ci sono poi i casi dei rapper e dei trapper, spesso italiani di seconda generazione o immigrati, che sempre più spesso sono al centro delle cronache. Esemplare è il caso di Baby gang, da poco arrestato: "Avevo chiesto una sorveglianza speciale che è stata legittimamente rigettata. E dopo che è stata rigettata questo signore ha fatto ciò che sappiamo". C'è amarezza nelle parole di Petronzi, che poi aggiunge: "Non critico chi legittimamente ha respinto la mia proposta, però è un fatto che questo individuo ha continuato a delinquere ed è stato arrestato. Sono quei casi in cui si preferirebbe non avere ragione".

Crimini in centro e "mala-movida"

A Milano il problema non è più concentrato in periferia ma anche il centro è diventato un luogo pericoloso in cui muoversi, specialmente la notte. "Abbiamo implementato i controlli in una maniera esponenziale, e moltiplicato i provvedimenti dell'autorità di pubblica sicurezza che sono i daspo", ha spiegato il questore, sottolineando che dopo i fatti di Capodanno è stato fatto un lavoro ancora più capillare e che Milano è la città con più daspo in assoluto, che si uniscono a tutti gli altri provvedimenti.

La presenza delle pattuglie su tutto il territorio è costante: la notte, ha spiegato il questore, ce ne sono 16/17 ordinarie alle quali si aggiungono quelle della Digos. Ma non sembra sufficiente, soprattutto per riportare quella percezione di sicurezza che ormai manca da tempo, soprattutto per le donne: "Ci sono dati oggettivi di una propensione alla violenza sulla donne in una gradazione che va dalla molestia all'aggressione per strada".

Ma come ha spiegato il questore, Milano è una città complessa, "le tipologie di reati che si commettono cambiano in base alla fascia oraria e anche in termini spaziali. Basti pensare a quello che avviene vicino alle discoteche". Ormai i gestori sono allo stremo e non per la mancanza di controlli che favorisce i comportamenti delittuosi, ma perché "si stanno fronteggiando con un'utenza che ha una propensione all'aggressività e alla mancanza di disciplina estremamente pronunciata. Se ad esse aggiungiamo forme di alterazione alcoliche o psicotrope si realizza una miscela esplosiva".

I fatti di Capodanno

Il 31 dicembre 2021 ha segnato uno spartiacque tra un prima e un dopo nella gestione della sicurezza di Milano. "Avendo intuito che c'era qualcosa che non andava, avevo fatto perimetrare tutta la piazza senza che ci fosse un evento o nulla di annunciato ma nella consapevolezza di dover limitare gli accessi e i rischi.

Benché si fosse fatto ciò, quei soggetti si sono avvantaggiati del clima di euforia, rumore ed entusiasmo collettivo", ha spiegato il questore Petronzi, secondo il quale pare prematuro parlare di rischio banlieue ma non si può non mettere in evidenza che Milano è una città attrattiva e che in città arrivano attori da tutte le parti, che si sentono liberi di delinquere perché meno riconoscibili.

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