Mascherina, gel igienizzante e ingresso contingentato (massimo due alla volta in aula) non bastano, in tanti arrivano alle urne anche con i guanti di lattice. La prudenza non è mai troppa, anche perchè sulle matite copiative da disinfettare cregna il caos. E all'uscita diversi anziani confessano di aver fatto «uno sforzo», perchè «la tentazione era di rimanere a casa». Elezioni al tempo del Covidmil primo effetto è un crollo dell'affluenza. I segnali si vedono dal mattino. Alle 12 in Lombardia si registra un'affluenza del 12,44% per il referendum sul taglio dei parlamentari e a Milano città il dato si ferma al 10,58%, due punti sotto. Alle 19, quando mancano quattro ore alla fine della prima giornata di voto, l'affluenza è ancora ferma al 26,91%, tre punti sotto la media nazionale. Il dato più basso (25,3%) nel Municipio 1, quello del centro storico, il più alto nel Municipio 3 (al 28,1%), poco sotto i Municipi 8 e 9. Per dare un'idea, al Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, quello che portò alle dimissioni il premier Matteo Renzi, alla stessa ora aveva già votato a Milano il 60,9% degli aventi diritto, più del doppio. Allora si votò in un giorno (si arrivò al 71%) invece i seggi riaprono oggi dalle 7 alle 15, ma il calo è netto. Alle 23 sale al 33,3% (258 sezioni su 1.248).
In Lombardia alle 19 siamo al 30,9. Il sindaco Beppe Sala vota nella sezione 512 allestita presso il liceo Parini di via Goito intorno alle 10 e 15. Ieri i seggi sono stati allestiti senza problemi ma alla vigilia è servito un appello del Comune sui social per reperire in extremis cento presidenti di seggi per coprire i posti vacanti. «Alla fine - ha sintetizzato Sala - tra sabato e i giorni precedenti abbiamo dovuto sostituire circa 178 presidenti, credo che fondamentalmente sia stato effetto del timore relativo al Covid. Per fortuna Milano ha risposto all'appello, sono contento che si siano fatti avanti anche 18 dipendenti comunali». É stata «una buona risposta, ma il timore del virus c'è e lo si vede anche da questi segni» ribadisce. Potrebbe frenare la partecipazione al voto? «Se tanto mi dà tanto è possibile che ci sia un effetto anche sull'affluenza. Obiettivamente la gente ha ancora timore dei luoghi chiusi, vedremo i conti a fine giornata». É «possibile» risponde infine, che «il voto sul referendum sia anche un voto politico». Il sindaco non ha rivelato il proprio voto, ed è evidente che guarderà con attenzione il risultato in città. A Milano c'è stata una grande campagna bipartisan per il no, una vittoria risicata del sì (per non dire la sconfitta) nella città motore d'Italia sarebbe un segnale politico importante contro il governo Pd-M5s. Ieri ci sono state proteste da parte di elettori che avevano esaurito gli spazi per i timbri, questa tornata era impossibile fare i cosiddetti «certificati volanti» ai seggi, bisognava recarsi alle sedi anagrafiche, aperte con orario ridotto. Diversi hanno rinunciato. «A decine di milanesi - contesta il consigliere Fi Alessandro De Chirico - è stato impedito di esercitare il voto perché il Comune, per risparmiare qualche decina di migliaia di euro di straordinari, non ha organizzati i servizi all'interno dei seggi. Chi ha smarrito la tessera o non aveva più spazio per la timbratura è stato invitato ad andare negli uffici di zona, nel caso del Municipio 3 poi indirizzandoli via Sansovino che invece era chiusa, quindi tutti in coda in via Padova».
C'è ancora tempo per votare dalle 7 alle 15. In 84 Comuni lombardi - compresi i capoluoghi di Mantova (l'affluenza alle 19 era del 38,3%) e Lecco (40,8)- si vota non solo per il referendum ma anche per il nuovo sindaco.
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