Expo celebra la cucina giapponese tra chef stellati e spettacoli di geishe

«Lei si dipinge il viso per nascondere il viso; i suoi occhi sono acqua profonda». La frase, tratta dal celebre romanzo Memorie di una geisha di Arthur Golden descrive in un soffio il silenzioso universo di bellezza che le tradizionali artiste di Gion, quartiere a ovest di Kyoto, sapevano incarnare ed esprimere per secoli. Questo universo di bellezza, cultura e armonia, sarà il leit motiv della Settimana di Kyoto che si è aperta ieri nel padiglione giapponese di Expo, tra le pareti composte da 17mila pezzetti incastrati in modo da far penetrare la luce solare, ad esprimere il rispetto per le leggi della Natura e l'apertura all'innovazione che caratterizza la cultura del Sol Levante. Kyoto, «la città dei mille templi» unica ad essere stata risparmiata dalle distruzioni della Guerra Mondiale, si mette in mostra con la sua storia millenaria fatta di arte, sincretismo e sensibilità per il paesaggio (nei suoi confini sono presenti i più celebri giardini zen) ma anche di grandi maestri della cultura alimentare che tramandano tradizioni eccellenti come quella della cucina kaiseki. Dove vige la legge del rispetto per le materie prime e la cura per l'estetica del cibo.

Kyoto, l'antica capitale (lo fu per più di un millennio, dal 794 al 1868) sarà per tutta la settimana ad Expo il simbolo e l'origine della sensibilità giapponese per il bello, fra tradizione e innovazione. Ad inaugurarla, una vera e propria cerimonia che si è tenuta ieri al Museo della Scienza e della Tecnologia promossa dalla Provincia di Kyoto, la Città di Kyoto e la Camera di Commercio e Industria di Kyoto. La cucina giapponese (Washoku) dichiarata patrimonio dell'umanità dall'Unesco, sarà al centro di un evento che vedrà intervenire 13 chef specialisti nella raffinata cucina Kaiseki arrivati direttamente da Kyoto. Tra questi, i cuochi dei due rinomati ristoranti Kikunoi e Kiccho, entrambi con tre stelle Michelin. L'evento inaugurale è stato impreziosito da uno spettacolo di Geisha e Maiko, termine con cui si definisce un'apprendista geisha nel Giappone occidentale.

Nel Padiglione saranno invece in mostra le grandi tradizioni artistiche culinarie e artigianali di una capitale che ha influenzato indelebilmente il Dna del Paese del Sol Levante: i maestri dell'alta cucina, le ceramiche Utsuwa, il sincretismo di stili, le antiche danze delle Geiko e delle Maiko.

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