La fabbrica delle coppe un trionfo tutto lombardo

Il trofeo mondiale e quelli europei firmati da un'azienda di Paderno. Esposti per la prima volta bozzetti e modelli

Se è vero che il calcio mondiale parla sempre meno italiano e le squadre di serie A sono composte quasi esclusivamente da giocatori esotici, ecco una bella storia italiana raccontata dai trofei più ambiti: la coppa del mondo, tanto per cominciare, ma anche le altre come la fatidica Champions e a seguire la Uefa (oggi Europa League). Oggetti del desiderio di milioni di persone recano la firma di uno scultore dal cognome che più lombardo non si può: Silvio Cazzaniga. Fu lui, il fondatore della GDE Bertoni di Paderno Dugnano a partecipare e vincere il concorso che nel 1971 doveva forgiare la coppa del mondo in sostituzione della Rimet stravinta dal Brasile di Pelè. Oggi una mostra a Casa Milan, il museo dei rossoneri, racconta questa bella storia italiana fatta di estro, fantasia e lavoro. E un pizzico di furbizia che certo non guasta. «Al concorso parteciparono 53 studi da tutto il mondo - racconta Valentina Losa l'attuale titolare dell'azienda - noi presentammo cinque bozzetti ma anche una scultura già pronta. Facemmo centro». La celebre scultura rappresenta la gioia, l'esultanza e la grandezza dell'atleta nel momento della vittoria: due calciatori stilizzati che, felici, sorreggono l'intero mondo. Una gioia che fa parte del Dna di tutti gli italiani che hanno vissuto l'abbraccio dei ragazzi di Bearzot nella notte magica del Santiago Bernabeu, o quella più sofferta a Berlino nel 2006 contro gli odiati francesi.

A casa Milan, sono esposti per la prima volta bozzetti originali, modelli in cera e gesso, gli stampi ele macchine da lavoro per la realizzazione delle coppe. Di tutte le coppe, sia ben chiaro perchè, come spiega la Losa, l'azienda forte del successo mondiale vinse i successivi concorsi per la Champions, la Uefa e persino il collare olimpico. Madrina dell'inaugurazione de «La Fabbrica delle Coppe», era Barbara Berlusconi, vicepresidente e amministratore delegato del Milan, che ha commentato: «Ho fortemente voluto questa mostra - il messaggio dell'ad del Milan Barbara Berlusconi - perchè racconta l'eccellenza italiana di storie come quella di Silvio Gazzaniga. Uomini che hanno trasformato il lavoro artigianale in arte. Vicende umane e professionali poco conosciute che abbiamo il dovere morale di raccontare e far conoscere alle nuove generazioni». L'esposizione si articola in quattro sale.

Nella prima viene raccontata la fase di progettazione del trofeo che parte da un bozzetto disegnato a matita. Esposti i bozzetti originali e autografi dello scultore Gazzaniga sia nelle versione sola matita che colorati con i dettagli materici suggeriti dallo scultore. La mostra prosegue con il racconto fotografico e le testimonianze originali delle differenti fasi della creazione della scultura dal modello in argilla, passando per lo stampo in gesso e poi del modello in cera.

Nella terza sala sono esposti i trofei realizzati da Gazzaniga e GDE Bertoni. Infine, sono rappresentate attraverso cimeli sportivi le varie edizioni dei Mondiali svolti dopo la realizzazione del nuovo Trofeo ovvero dal 1974 ad oggi con tutti i palloni ufficiali dal 1974 al 2014.

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