Tra Fontana e Moratti è duello a distanza. Il risiko del rimpasto

Il governatore conferma la sua candidatura «Io ministro? No, penso solo alla Lombardia»

Tra Fontana e Moratti è duello a distanza. Il risiko del rimpasto

Continua il duello a distanza tra la vicepresidente della Regione e assessore alla Sanità Letizia Moratti e il governatore Attilio Fontana: al centro la delicatissima questione della candidatura alla presidenza della Lombardia della Moratti contro la conferma della Lega del governatore Fontana. «Io mi sono candidato, aspettiamo ma sono assolutamente convinto di sì» ha detto ieri il governatore. E a chi gli chiedeva se accetterebbe di guidare il ministero per l'Autonomia, ha assicurato: «Io penso alla Lombardia e mi concentro sulla Lombardia».

Solo giovedì Moratti, ospite della trasmissione su RaiTre Il cavallo e la torre condotta da Marco Damilano, aveva sparato decisa: «Ho accettato la vice presidenza di Regione Lombardia perché Fontana mi aveva promesso il passaggio del testimone a fine legislatura», dichiarazione smentita immediatamente dallo stesso governatùr che ha posto l'aut aut. «Chiarisca, con noi o contro di noi». Così ieri mattina i due, entrambi annunciati alla conferenza stampa organizzata dalla Regione «Ottobre Salute donna» hanno fatto modo di non incontrarsi. Dopo aver disdetto, un'ora prima, la sua presenza la vicepresidente si è presentata in tarda mattina, dopo il passaggio di Fontana, davanti al camper della campagna di prevenzione in piazza Città di Lombardia. Una mancata «sincronizzazione temporale», che non è sembrata casuale. Poco prima Fontana aveva commentato: «Non sapevo (che la Moratti fosse annunciata, ndr) io seguo il mio percorso e le cose che devo fare. Ero all'assemblea degli industriali di Varese, adesso vengo qui a fare un saluto», ha tagliato corto.

Dopo la presa di posizione del coordinatore cittadino di FdI Stefano Maullu («In Regione il presidente si conferma»), domenica era intervenuta la coordinatrice lombarda Daniela Santanché: «Il mio consiglio a Letizia Moratti è di non agitarsi, perché questo non è proprio il momento e l'intelligenza di un politico si coglie anche dalla sua capacità di scegliere i tempi».

Ora in attesa che la Moratti «chiarisca» e della resa dei conti interno al centrodestra per le candidature nelle quattro regioni al voto in primavera, questione legata a doppio filo alla composizione del governo nazionale, si pensa al rimpasto. Da sostituire Fabrizio Sala titolare a Istruzione, Università e Ricerca, al momento ancora in carica, ma eletto alla Camera per Forza Italia. A proposito del suo successore, ieri il presidente Fontana, ha affermato di avere «già le idee molto chiare, le dirò al momento opportuno. Penso che faremo prima» della formazione del governo, «appena l'assessore riterrà di dimettersi». In pole position ci sarebbero Valentina Aprea (Fi) ex sottosegretaria, ex assessore lombarda all'Istruzione e responsabile Scuola di FI (non eletta alla Camera), Andrea Mandelli, Matteo Perego di Cremnagoe Dario Allevi. Ma sembra che anche la questione del rimpasto nella giunta lombarda dipenda dalle caselle dei sottosegretari. Ancora più complesso il risiko dell'assessorato al Welfare, nel caso in cui Moratti decidesse di andare dritta per la sua strada della candidatura esterna, a fronte anche del «no» di Giorgia Meloni a un posto per lei da ministro.

Intanto oggi al primo punto del consiglio regionale c'è la discussione della mozione di censura, presentata da Partito Democratico, Movimento 5 stelle, +Europa, Azione e Lombardi Civici Europeisti, al neo assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa (FdI), con cui si chiede al presidente lombardo la revoca delle deleghe per il video del saluto romano al funerale di Alberto Stabilini davanti alla sede dell'Msi di via

Mancini. La Russa, genero di Stabilini, nel suo intervento presenterà di nuovo le sue scuse, come fatto nella lettera inviata alla giunta e al consiglio, ricordando come avesse voluto solo «rispettare le volontà del defunto».

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