Quella favela dei rom alle porte di Milano

I nomadi vivono in accampamenti in precarie condizioni igieniche, lavandosi nel fiume e bruciando all'aperto ogni sorta di materiale. Ma la sinistra non vuole sgomberarli

Quella favela dei rom alle porte di Milano

Delle vere e proprie favelas alle porte di Milano. Così Silvia Sardone e Marzio Nava di Forza Italia descrivono gli insediamenti dei rom sulle rive del Lambro, tra Cascina Gobba e il fiume.

Camper, tende e roulottes abitate da gruppi di nomadi che vivono in precarie condizioni igieniche, senza servizi adeguati e lavandosi nelle acque del Lambro, a poca distanza dagli scarichi delle fogne. Una situazione “indegna di un Paese civile”, commentano i due esponenti azzurri. Una situazione oltretutto aggravata dalle denunce dei cittadini residenti in zona, che segnalano l’aumento di episodi di criminalità, con borseggi e furti in appartamento, oltre a roghi di materiale vario che provocano fumi pericolosi.

Ma il peggio, spiegano Nava e la Sardone, non è questo: dopo un intervento a loro dire non risolutivo effettuato dal Comune a dicembre 2013 per sgomberare le aree interessate e rifare una sponda del fiume, la maggioranza di centrosinistra in Consiglio di zona 2 ha votato contro la richiesta di un nuovo sgombero presentata dai consiglieri di opposizione.

Un approccio “buonista e lassista”, lamentano da Forza Italia, che

dimostra come per la giunta Pisapia la questione della sicurezza non sia evidentemente proritaria. Che poi gli abitanti possano non essere d’accordo con questa valutazione, evidentemente, è un altro discorso.

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