Gelo nel centrodestra dopo la proposta del governatore Roberto Maroni di utilizzare 220 milioni del Fondo sociale europeo per fare della Lombardia la prima Regione dove «sperimentare il reddito di cittadinanza». Per la coordinatrice di Forza Italia Mariastella Gelmini una regione che «può tranquillamente fare a meno di soluzioni che hanno il sapore dell'assistenzialismo». Aggiungendo che «la crisi si batte abbassando le tasse su imprese e lavoro e realizzando le condizioni perché lavorare qui sia più competitivo e profittevole. E il reddito di cittadinanza, non a caso applaudito dai 5 Stelle, è una forma assistenziale che non ci aiuta ad uscire dall'impasse».
Altalenante la reazione del Pd che nel primo pomeriggio di ieri, con il segretario regionale Alessandro Alfieri si lasciava andare a un'apertura. «L'introduzione del reddito di autonomia - aveva detto utilizzando l'ennesima diciture - era nel nostro programma e siamo pronti a discuterne subito». Poche ore dopo la retromarcia. «Le dichiarazioni tranchant di Salvini e le reazioni contrarie di Lega e Forza Italia - il contrordine compagni di Alfieri - ci confermano che siamo di fronte all'ennesima boutade di Maroni. Ed è un peccato perché per noi ragionare di uno strumento di sostegno al reddito per le fasce svantaggiate è un tema molto serio. Il Pd ha presentato una sua proposta, vediamo se su un tema così sensibile la maggioranza riuscirà a spaccarsi nuovamente».
Nettamente contrario il capogruppo di Fi Claudio Pedrazzini. «Spiace non essere d'accordo col presidente Maroni. Il nostro Paese porta ancora segni evidenti di quell'assistenzialismo paternalista che ha declinato il nostro sistema di welfare solo con strumenti di politica passiva, aggravando il debito pubblico e rendendo ineludibile e indifferibile lo spostamento dell'asse degli ammortizzatori sociali dalle politiche passive alle politiche attive. Sollecitando così la persona a cercare un lavoro e soprattutto a non rifiutarlo immotivatamente». Schierati in difesa del governatore leghista i Fratelli d'Italia, pronti ad andare anche contro il segretario leghista Matteo Salvini che aveva bocciato la proposta bollata come «elemosina di Stato». Per l'ex vice presidente e oggi assessore Viviana Beccalossi «Maroni non ha nel dna politiche basate sull'assistenzialismo: solo chi non lo conosce bene può muovergli queste accuse. Il reddito di cittadinanza della Lombardia avrà, semmai venisse attuato, un punto fermo e imprescindibile: neanche un euro ai fannulloni».
Mugugni, invece, nel Nuovo centrodestra per non essere stati coinvolti. Con il consigliere Stefano Carugo che si dice «felice di scoprire che in Lombardia c'è un tesoretto da 220 milioni, ma usiamolo per finanziare il sociale. E magari più l'occupazione che la disoccupazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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