Con le sue foto Steve McCurry riesce a trasformare in poesia anche la più cruda delle immagini, a raccontare storie incredibili, a cogliere l'attimo persino con una scimmia. Il grande fotografo nato in un sobborgo di Philadelphia è una delle voci più autorevoli della fotografia contemporanea, e alcuni dei suoi soggetti come la ragazza afghana dagli occhi blu sono entrati nell'immaginario collettivo. E proprio una mostra con gli scatti più significativi di McCurry inaugura oggi il Mudec Photo, nuovo spazio di Mudec, Museo delle Culture di via Tortona, tutto dedicato alla fotografia d'autore.
Si intitola «Animals» ed è un'antologica di 60 immagini inedite scattate durante la sua lunga carriera iniziata oltre 30 anni fa con un viaggio in India che lo portò in Pakistan e Afghanistan, dove per primo riuscì a immortalare la guerra degli anni '90. Curata da Biba Giacchetti, la mostra (fino al 31 marzo 2019) è dedicata a tutti gli esseri viventi che popolano la terra: animali e uomini. «Mi sono sempre occupato della vita degli uomini e del comportamento umano - racconta McCurry appena arrivato a Milano da Cuba - ma riguardando il mio lavoro, mi sono reso conto che ci sono anche i cuccioli, le bestie feroci, gli animali che vivono in cattività negli zoo o usati per i combattimenti. Mi sono reso conto che molte delle mie foto contenevano questi amici dell'uomo in momenti di vita diversi, condivisi più o meno insieme all'uomo. E ho capito che quel che mi interessava era capire la correlazione tra gli uni e gli altri. La maggior parte delle foto sono di animali in situazioni di sofferenza: animali incatenati, volatili intrappolati nel petrolio: spesso la loro vita è fatta di sofferenza, proprio come la nostra, e questa analogia mi ha particolarmente interessato».
La mostra, realizzata anche grazie a Lavazza, sostenitore del nuovo spazio Mudec Photo, è proprio la storia dell'amicizia fra uomo e animali, raccontata ora in modo ironico, ora in modo drammatico. Con storie singolari come quella della ragazza con due topolini «incontrata durante un reportage per in India: aveva due topi addosso e li trattava come animaletti da compagnia». Storie commoventi come quella dell'elefantino accoccolato al ragazzo che legge: «In un campo di elefanti thailandese, con un giovane addestratore di elefanti; pare che il cucciolo voglia sbirciare le pagine, ma gli si è avvicinato probabilmente solo per grattarsi il dorso. Un momento fuggevole che devi essere fortunato per riuscire a riprenderlo».
Storie incredibili come quella della scimmia che guarda da una palude. E storie drammatiche come quelle della guerra nel Kuwait, la più grande catastrofe ecologica di tutti i tempi, nel '92. Scatti pubblicati dalla stampa migliaia di volte, come i cammelli in mezzo ai pozzi di petrolio in fiamme, che sono (anche) il simbolo di un'epoca. Per scattarle McCurry ha rischiato di morire: «Stavo guidando verso Kuwait City e il paesaggio sembrava un set cinematografico; pozzi di petrolio incendiati, cielo buio e carcasse di auto...
un pomeriggio vidi un gruppo di cammelli che fuggivano, li abbiamo seguiti con la macchina, aspettavamo il momento giusto per scattare la foto giusta in mezzo all'incendio. Quando ci siamo resi conto di essere in un campo minato, ci siamo salvati seguendo a ritroso le tracce della jeep».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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