I ballerini della Scala saltano la prima: «Vogliamo più soldi»

È vero che siamo in piena austerity, bisogna far cassa siamo pure alla vigilia della fine del mondo prevista dalla profezia Maya. Eppure l'ennesimo sciopero della Scala che, quale degno finale d'anno, manda a carte quarantotto la prima della stagione del corpo di Balletto, stavolta sfiora il paradosso.
Per averne un'idea basta andare a leggere le motivazioni che stanno dietro al solito laconico comunicato della direzione del Piermarini che «con rammarico è costretta ad annunciare che la recita del 19 dicembre di Roméo et Juliette non potrà andare in scena a causa di uno sciopero proclamato dalle rappresentanze sindacali aziendali Coro di Cgil, Uil e Fials, nonché dalla RSA Cisl, Uil e Fials del Corpo di Ballo». Insomma tutti i rappresentati sindacali compatti, nessuno escluso, per far saltare nientemeno che lo spettacolo di apertura della stagione. Motivo? Contratti scaduti? Gravi problemi di sicurezza? O uno strascico dell'annosa querelle sull'autonomia gestionale dell'ente lirico? Macchè. Le motivazioni riguardano i contenuti e lo svolgimento dello spettacolo firmato dalla quarantanovenne coreografa tedesca Sasha Waltz che, per andare in scena, meriterebbe particolari gratifiche extraburget agli artisti. D'altra parte, siamo sotto Natale. A battere cassa sono anzitutto i membri del Coro secondo i quali cantare in palcoscenico e per di più in costume nel corso di uno spettacolo di danza costituisca «prestazione speciale» da retribuire in via extra contrattuale.
Le cifre? Del gruppo di 72 coristi, i 16 previsti ad andare in scena pretenderebbero 600 euro a testa a replica per undici rappresentazioni. Ma anche i restanti 56 che non andranno in scena (ma forse proprio per questo) ne chiedono 400, sempre moltiplicato per undici. In totale fa la bellezza di 352mila euro; mica male in tempi di spending review e dopo le polemiche contro i finanziamenti agli enti lirici. Tanto più che la Direzione giura che nel Romeo e Juliette non è richiesto ai coristi alcuna differente prestazione «rispetto a quelle che normalmente e regolarmente vengono eseguite in uno spettacolo di stagione, in particolare d'opera».
Ai coristi fanno da controcanto, è il caso di dirlo, i membri del Corpo di ballo che invece prendono a pretesto l'inclinazione del palco prevista dallo spettacolo. Pericolosa? Ovviamente no, visto che la coreografa tedesca, anch'essa ballerina, ha presentato lo spettacolo nei teatri di tutto il mondo.

«Eppure - riferisce la direzione - essi ritengono che la difficoltà di danzare su una piattaforma in declivio debba essere ricompensata con una non meglio identificata gratifica concreta, anch'essa per via extracontrattuale». Ma sì, è davvero Natale.

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