Gli chef non stanno mai con le mani in mano, è una loro prerogativa. E oggi li vediamo armati di mascherina e guanti in prima linea per frenare l'emergenza Coronavirus facendo quello per cui sono nati, cucinare per il sostentamento delle persone, per regalare un sorriso, soprattutto in questo momento. E cucinano per i più deboli: i malati che stanno lottando contro questa malattia invisibile e per gli eroi del 2020, gli infermieri e i medici che danno il loro tempo e la loro vita in questa corsa contro il tempo. Primi su tutti i Fratelli Cerea, forti anche dell'esperienza del loro catering 3 stelle Michelin, servono 690 pasti al giorno all'ospedale da campo di Bergamo, nell'area dell'Ente Fiera di una delle province più colpite d'Italia, che è stata decisiva per aumentare di 230 i posti letto rispetto a quelli a disposizione nell'ospedale Papa Giovanni XXIII. «Abbiamo deciso di contribuire subito per una città che ci ha accolto, che ci ha dato tanto, che amiamo. Tuttavia, chiediamo un aiuto concreto a tutti voi. Tutti coloro che ne hanno la possibilità, dai ristoratori, ai titolari di negozi o aziende di generi alimentari o affini, è gentilmente invitato a offrire degli approvvigionamenti. Se pensi di poter essere d'aiuto, ti invitiamo a contattare il numero +393358174540» chiede Chicco Cerea su un video che ha pubblicato sui social. In campo anche il pasticcere Iginio Massari, non potendo contribuire attivamente, ha donato tre respiratori all'Ospedale di Bergamo. Anche Carlo Cracco non ha voluto togliersi il grembiule e sta cucinando nei cantieri dell'ex Fiera di Milano, fermata della metro Portello, che si stanno trasformando per la costruzione di nuovi reparti di terapia intensiva per la città metropolitana. Tanti anche i ristoratori che hanno riacceso le cucine per aiutare nell'approvvigionamento il personale degli ospedali: è tutto cominciato una settimana fa con un appello sui social dal ristorante Slow Sud a tutti gli appartenenti all'agenzia Ristoratore Top che si occupa di marketing della ristorazione, con oltre 8000 iscritti. Hanno subito aderito i ristoranti Miscusi, Muu Muzzarella, Li Mastri e Fancytoast, la pizzeria Loredani, il kebab Star Zagros Kebabbar e la gelateria Gnomo che già dal primo giorno hanno consegnato all'Ospedale Sacco 100 paste alla Norma, 50 parmigiane e 100 cannoli e una potenza di fuoco di più di 2000 porzioni a settimana.
Ora si sono attrezzati per il delivery anche nelle mense al San Raffaele, al Policlinico, al Fatebenefratelli, al San Carlo, al San Giuseppe e al Bassini di Cinisello. A Pavia, invece, un centinaio tra osti, baristi e ristoratori hanno dato vita al progetto #unitiperpavia distribuendo beni alimentari a case di riposo e centri per disabili.
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