I medici: "Situazione grave, serve lockdown immediato"

Per il presidente dell'Ordine senza interventi drastici la situazione in città è destinata a peggiorare presto

I medici: "Situazione grave, serve lockdown immediato"

«Di una cosa siamo certi: la situazione sia nelle strutture sanitarie ospedaliere che anche nella medicina del territorio è diventata insostenibile. È necessario intervenire con un lockdown immediato ed efficace». Lo chiede per Milano il Presidente dell'Ordine dei Medici della città (Omceo), Roberto Carlo Rossi (nella foto). «Non esistono - scrive Rossi - piccoli rimedi a grandi problemi, così come non si può giocare a scaricare su altri ruoli e responsabilità: la situazione è molto seria e senza interventi drastici non può che peggiorare. Soprattutto se non ci si attrezza seriamente per tutelare quei medici che, ancora adesso, sono impegnati in prima linea, ma senza le necessarie attrezzature e materiali di protezione per svolgere in sicurezza il proprio lavoro».

Rossi sottolinea infine «la ferma ed unanime decisione di tutto il nuovo Consiglio milanese dell'Ordine nell'avanzare una richiesta di provvedimenti restrittivi immediati». Intanto proprio ieri sulla home page della Federazione nazionale degli ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, listata a lutto compariva l'elenco aggiornato dei medici morti per Covid-19: «Roberto Stella, responsabile dell'Area Formazione della FNOMCeO, e presidente dell'OMCeO di Varese. E poi, oggi (ieri per chi legge) Marcello Natali, Segretario Fimmg di Lodi. Domenica, Ivano Vezzulli, Medico di Medicina Generale nel lodigiano. Lunedì 16, Mario Giovita, medico di Medicina Generale della provincia di Bergamo. Prima di loro, Raffaele Giura, primario di pneumologia a Como. Carlo Zavaritt, ex assessore e medico bergamasco. Giuseppe Borghi, medico di Medicina Generale a Casalpusterlengo. Un monito, una lezione per tutti».

I medici che solo due giorni fa hanno sentito hanno risuonare la parola «precettazione», dalla bocca del governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana, in merito all'accordo nazionale per l'effettuazione dei test antigenici rapidi nei loro studi, non sottoscritto però da alcune sigle sindacali. I medici di base, infatti, che lamentano l'impossibilità per molti di loro che hanno studi in condomini, di poterla realizzare. Il livello di tensione è altissimo per la categoria. Pone l'attenzione su un altro aspetto dell'annunciato Dpcm previsto tra oggi e domani, Maria Rita Gismondo, la microbiologa dell'ospedale Sacco: «Non è possibile dover riprogrammare la propria vita ogni settimana con un nuovo Dpcm. Siamo in una situazione in cui non ci è concesso pensare al di là delle 24 ore e questo è devastante, psicologicamente e socialmente». Chiede «che si faccia una programmazione seria, ponendosi un obiettivo serio.

Ci sono calcoli di valutazione del rischio a disposizione», modelli «che ci possono mostrare i diversi scenari possibili». Ebbene, che su queste basi «vengano perseguiti obiettivi ben precisi attraverso una programmazione - insiste la scienziata - Altrimenti è la fine».

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