«Siamo molto preoccupati per la circolare del Ministero della Salute del 24 settembre che impone al pediatra per febbri superiori a 37.5 o per sintomi compatibili con Covid (quindi due criteri indipendenti) di richiedere subito il tampone. Che margine di valutazione clinica avrà il pediatra?» A parlare così è Roberto Marinello, pediatra e consigliere della sezione lombarda della Società Italiana di Cure primarie Pediatriche (nella foto). Secondo la circolare, in caso di sintomi sospetti di un alunno, il pediatra o il medico di famiglia devono richiedere «tempestivamente il test diagnostico» al dipartimento di prevenzione. «A questo punto non è meglio inviare direttamente tutti i bambini con 37,5 o con raffreddore o un po' di tosse a fare il tampone e prevedere una tamponatura generale nelle scuole invece che fare 3-5 ore di coda in macchina al drive-trough degli ospedali?» attacca Marinello.
«Questa circolare non dà al medico alcuna linea guida ragionevole o possibilità di valutazione clinica. Cosa succederà appena arriverà la prima piccola epidemia di virus stagionali (già in arrivo da settimana prossima con questo repentino abbassamento delle temperature)? Servono linee guida più precise, come quelle indicate da Gian Vincenzo Zuccotti, direttore responsabile Pediatria e pronto soccorso pediatrico dell'ospedale Buzzi - polemizza Marinello -. Siamo preoccupati per la salute dei bambini, ma anche per quella mentale dei genitori e di noi medici in prima linea».
Un altro esempio di confusione? «La delibera regionale che prevede l'accesso diretto al tampone al solo studente sospetto e non ai suoi famigliari e che elimina la quarantena fiduciaria per i contatti stretti fino a quando non sia accertata la positività dello studente è in contraddizione con la circolare ministeriale».
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