I segreti del nuovo sistemala tecnologia

Tutto più snello, leggero, ristretto. Al punto che sulla lilla non c'è nemmeno l'autista: il sistema driverless Uto (Unattended train operation), consente il funzionamento della linea M5 in modo completamente automatico e permette il controllo dalla centrale di viale Fulvio Testi di tutti gli elementi del sistema (scambi, segnalamento, distribuzione elettrica). In ciascuno dei tre treni circolanti attualmente sulla tratta Zara-Bignami della M5 ci sono 8 telecamere e altre 40 in ogni stazione della M5. Ovunque, attraverso dei citofoni, è possibile comunicare direttamente con il personale.
Anche l'orario, per il momento, è ridotto. Le sette fermate della prima tratta del metrò lilla - il colore dominante del sobrio arredamento - in attesa della conclusione della M5 e dell'arrivo di nuovi treni apriranno alle 6 alle 22. E ora con Zara, Marche, Istria, Cà Granda, Bicocca, Ponale e Bignami il metrò milanese supera le 100 fermate, passando da 94 a 101 e raggiungendo una lunghezza complessiva di 92 chilometri.
Tuttavia il piano di espansione di Metropolitana Milanese non si ferma qui. «Nel 2020, con 136 stazioni, arriveremo a 118 chilometri» sottolinea Stefano Cetti, direttore responsabile di Mm spa. Secondo Cetti, con il completamento delle reti, «Milano potrà accettare la sfida della mobilità sostenibile che può solo aumentare la qualità della vita e diminuire anche i costi. Perché ci saranno 87mila auto in meno, 900 incidenti in meno l'anno, il Pm 10 verrà abbattuto del 5,4 per cento, con un 7,5 per cento di anidride carbonica e 21mila tonnellate di petrolio in meno».


Una precisazione, però, ieri l'ha voluta fare anche Edoardo Croci, candidato alle regionali nella lista «Movimento Lombardia» ed ex assessore della giunta Moratti. «Sarebbe giusto da parte di tutti riconoscere non solo che l'assegnazione di Expo si deve soprattutto a Letizia Moratti ma anche che la M5 è il risultato del lavoro delle Giunte Moratti e Albertini».

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