Quando è l'insuccesso a dare alla testa. Come capita da qualche tempo ai «grillini» le cui cinque stelle son già al tramonto e come testimonia una mail che girava ieri in Regione con in calce la firma del consigliere Eugenio Casalino. Che a corredo aggiunge anche il titolo di «consigliere segretario dell'ufficio di presidenza», incarico che effettivamente gli è stato assegnato nella classica spartizione di poltrone e presidenze all'indomani del voto, ma che contrasta parecchio con quell'impegno assunto a Roma dagli onorevoli che almeno a parole dicono di voler rinunciare all'altisonante appellativo di onorevoli, preferendo quello molto più prosaico di «cittadini» che sa tanto di Rivoluzione francese. E magari di terrore e ghigliottina, come hanno dimostrato le decapitazioni di chi non si è adeguato al verbo di guru Casaleggio e che ricordano quel Luigi XVI declassato a «cittadino Capeto». E la cui testa rotolò nella cesta del boia come quelle dei cittadini Robespierre, Danton e molti altri.
E dunque nell'incertezza se chiamare Casalino cittadino o consigliere segretario, nei corridoi passava di mano questa mail di fuoco da lui inviata (e per conoscenza a parecchi altri destinatari) alla dirigente della Struttura organizzativa. Rea, secondo lui, di prospettare un'ipotesi «offensiva, ridicola, imbarazzante e provocatoria nei miei confronti». Un'accusa che merita di certo adeguato approfondimento. «Buongiorno ho saputo informalmente che è sua intenzione in futuro mettere un magazzino della ditta Serco di fronte al mio ufficio». Di qui le rimostranze. «Possibile che di tutti gli uffici istituzionali del Pirellone non possa venire nessun altro negli uffici di fronte a me? Possibile che su 31 piani del Pirellone più le altre palazzine accanto non ci sia altra soluzione per la Serco?».
Ora, per raccapezzarsi, servono alcuni elementi aggiuntivi. Innanzitutto spiegare che la Serco non si occupa di immagazzinare concime per le piante o stoccare in ufficio i rifiuti delle mense, ma è semplicemente la ditta che si occupa della fornitura e della gestione degli apparati informatici della Regione. E dunque è difficile capire quale disdoro potrebbe eventualmente portare la sua presenza accanto all'ufficio del consigliere segretario Casalino.
E poi c'è da ricordare che fu proprio Casalino, appena gli furono assegnati gli spazi che gli spettavano, a denunciare con gran clamore lo spreco di cinque uffici, una sala di aspetto e una grande sala riunioni con maxischermo per le videoconferenze. «È uno spazio che ritengo eccessivo - disse indignato - Cosa devo farci?». Nulla, se non restituirli. E così sembra sia stato fatto. Se non fosse che al semplice aver «saputo informalmente» (anche Casalino ha le sue spie) che quegli uffici sarebbero stati utilizzati, è scattata l'accusa di un comportamento offensivo, ridicolo e imbarazzante. «Le sembra possibile - si chiude la mail - che io possa ricevere delle persone di fronte a un magazzino e la relativa movimentazione? Sono allibito di fronte a questa ipotesi che ho appreso informalmente».
Di qui il ricorso al vittimismo sempre più frequente tra i «grillini» per cui l'ultima sconfitta è solo il frutto del voto dell'Italia peggiore. Sottintendendo che la migliore sono loro. «Il boicottaggio di questa amministrazione nei confronti del M5S - conclude Casalino - è ogni giorno sempre più evidente».
Boicottaggio politico? Peccato, la replica garbata dei responsabili dell'ufficio, che nessuno avesse mai pensato di mettere un «magazzino» di fronte alla stanza di Casalino. Perché si entra nel Palazzo paludati di grandi ideali e dopo un paio di mesi si scopre di non sopportare nemmeno un vicino di stanza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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