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È pandemia da deep web. Dopo il caso della modella inglese Chloe, rapita a Milano nel tentativo di venderla su internet, il mondo sommerso della rete oscura sta lentamente venendo a galla. Che cos'è il deep web? Innanzi tutto è bene sapere che è 500 volte più grande del web che conosciamo ed è un insieme di dati e siti che non possono essere trovati sui comuni motori di ricerca. Un suo sottoinsieme è il dark web, che invece è accessibile con un normale browser, basta conoscere l'indirizzo della pagina che si vuole visitare e accedervi attraverso un programma che non faccia figurare chi e da che luogo sta navigando, come «Tor». Sul dark web si può comprare di tutto: documenti falsi, esseri umani, droga e steroidi. E ancora: servizi da sicari, dati di carte di credito clonate e armi di ogni tipo. I pagamenti avvengono con i BitCoin, una moneta elettronica che non ha banche che la controllano, e dal grande valore: 2.879 euro l'una.
Ma veramente basta una connessione per commettere illeciti online? Lo abbiamo chiesto a Carlo Ratti, architetto e ingegnere italiano che dirige al Mit di Boston il Senseable City Lab, un laboratorio che studia il rapporto tra città fisica e digitale e che ad aprile insieme al suo team di ricercatori ha mappato i siti del dark web.
Cosa si può trovare nel dark web?
«Possiamo dire in cosa ci siamo imbattuti noi nella nostra ricerca sul dark web: in pagine in cui si vende droga o si incita al razzismo o alla violenza. Ma c'è anche di peggio, come pedopornografia».
Cosa raccomanderebbe a un ragazzo che vuole avventurarsi nel mondo sommerso di internet? «La maggior parte dei contenuti presenti sul dark web non è per forza illegale da navigare, perlomeno se uno si limita al ruolo di spettatore. Certo, il confine molto spesso è labile».
Qual è l'utente medio?
«Ancora non abbiamo dati demografici, ma direi che non necessariamente sono i più giovani a esserne attratti».
Come si è evoluto il dark web negli ultimi anni?
«Nello studio, i cui risultati sono ancora preliminari, analizziamo le connessioni di tutte le pagine presenti in questa rete, che ricade sotto il dominio .onion, e ne abbiamo creato una mappa. I dati mostrano che solo 7mila delle 25mila pagine contenute nel dark web sono connesse tra loro, mentre l'87% dei siti non ha connessioni con altri portali.
Riteniamo che questo aspetto sia legato alle particolari necessità o mindset (atteggiamento mentale, ndr) degli utenti, che sono molto meno social rispetto a quelli della rete visibile e non si fidano gli uni degli altri».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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