Da Israele arriva il jazz dei Third World Love

«Musica intellettuale da party». Migliore definizione non potrebbe esserci per raccontare l'etno-jazz ritmato e contagioso prodotto dall'ensemble Third World Love, forse il più significativo gruppo musicale sulla scena israeliana, oggi fra le più vive, stimolanti e creative del mondo, dal vivo alle 11 di questa mattina al Teatro Manzoni (ingresso 12/8 euro), nell'ambito dell'edizione numero 28 di «Aperitivo in Concerto». Il gruppo è un collettivo aperto che ruota attorno a quattro strumentisti fra i più acclamati a livello internazionale: il contrabbassista Omer Avital, il pianista Yonatan Avishai, il batterista Daniel Freedman e il trombettista Avishai Cohen (quest'ultimo omonimo del contrabbassista che si presentò a Milano nel 2011 in trio). Il quartetto di arditi improvvisatori non solo si esibisce per la prima volta nel nostro Paese, ma in prima assoluta anche in una formazione allargata, arricchita per l'occasione dal sassofonista Greg Tardy, il tastierista Jason Lindner e dal chitarrista Nadav Remez, nuova stella del firmamento musicale israeliano, realtà indagata a più riprese negli ultimi anni da «Aperitivo in Concerto», promotore di un cartellone internazionale e che ha il merito di proporre «pietanze musicali» assolutamente inusuali. Come il caleidoscopio di musica, linguaggi e colori del combo di Tel Aviv che non ha certo paura di mettere assieme improvvisazione, influenze mediorientali, tradizioni ebraiche fuse con mondi musicali affini e diversi quali quelli marocchini e yemeniti, jazz e, pure, un pizzico di rock.

Insomma, i Third World Love, usciti da poco col quinto album «Songs and Portraits», sono la prova che il jazz non è una musica off limits ai giovani. Domenica prossima, sarà in scena il trombettista statunitense Steven Bernstein.

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