Venivano adescate a Benin City, in Nigeria, e convinte ad attraversare il deserto e salire su un barcone della speranza diretto in Italia, dove - era la promessa - avrebbero gestito un negozio. E invece finivano a prostituirsi a Milano per conto di una organizzazione "familiare" con a capo una nigeriana.
A far emergere il giro di prostituzione è stata la denuncia di due giovani nigeriane, che si sono rivolte ai carabinieri di Milano e hanno permesso l'arresto della 44enne, ritenuta responsabile di riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. Suo marito e sua figlia sono stati deferiti in stato di libertà per gli stessi reati.
"Come nel caso di settimana scorsa, protagonista sempre una donna nigeriana", commenta Silvia Sardone, consigliere regionale e comunale di Forza Italia, "Anche stavolta si tratta di minori arrivate in Italia a bordo di un barcone dopo aver attraversato la Libia con la promessa di una vita migliore.
E chissà quante altre giovani profughe potrebbero avere la stessa sorte, vittime di un'immigrazione che è solo un business per trafficanti e delinquenti. Anche in casi come questo la sinistra pensa che la soluzione sia aprire i porti indiscriminatamente?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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