L'"uragano" Sgarbi è tornato. E fa già infuriare il sindaco

Il neo sottosegretario alla Cultura: "Spostare la Pietà Rondanini di Michelangelo e musei aperti fino alle 21". Sala: "Sta bene dov'è"

L'"uragano" Sgarbi è tornato. E fa già infuriare il sindaco

Il ciclone Sgarbi è tornato. Nel primo giorno da sottosegretario alla Cultura è già riuscito a far infuriare il sindaco Beppe Sala e gli ex assessori del Pd. Come primo atto, ha dichiarato due giorni fa al Corriere, «voglio restituire dignità alla Pietà Rondanini di Michelangelo. L'hanno tolta dall'allestimento storico e l'hanno messa in una stanza anonima, volgarissima mancanza di rispetto per un capolavoro». E Sala ieri sui social ha pubblicato una foto della Pietà con un messaggio secco: «Va bene lì dov'è (e dal punto di vista culturale forse il nuovo governo dovrebbe darsi altre priorità)». Non rimarrà deluso.

Sgarbi ieri ha aggiunto di ave offerto a Morgan la guida del dipartimento Musica da istituire all'interno del Mic e di «volerlo come docente che racconta attraverso la tv» (il cantautore si è già messo a disposizione, «sarò il sotto-sottosegretario» ha detto) e i «musei aperti almeno fino alle 21» perchè «la gente che lavora non può andarci di giorno, quindi dovrà farlo, gratis, negli altri orari». Non guarderà le lancette al Ministero, «lavorerò mattina, sera o notte - dice -, quand'ero assessore alla Cultura a Milano il mio ufficio doveva chiudere alle 17 e poi, andando avanti, ha chiuso alle 5 di notte».

Pietà Rondanini

Il suo «impiego» a Palazzo Marino, nella giunta di Letizia Moratti, durò però soltanto due anni, dal 2006 al 2008, l'allora sindaco del centrodestra lo licenziò dopo l'ennesima provocazione. Sgarbi annunciò di aver «ingannato» i colleghi di giunta «ignari» di aver approvato il patrocinio ad una rassegna teatrale, presentando una «delibera camuffata» proprio per evitare polemiche. Ma era l'ultima di una serie di battibecchi con Moratti, che gli levò le deleghe dichiarando che la fiducia era «venuta meno» e c'era stata «mancenza di rispetto nei confronti dei colleghi di giunta». Sgarbi lasciò gli uffici (riempiti di quadri e libri) al secondo piano della Ragioneria di Stato. E la prima uscita da sottosegretario promette rapporti burrascosi anche con Sala.

La Pietà di Michelangelo è stata imbragata, ricoperta da una gabbia tecnologica e trasferita dalla sala degli Scarlioni all'Ospedale Spagnolo, sempre all'interno del Castello Sforzesco, dove si trova tutt'ora su una piattaforma antisismica, a metà aprile del 2015. Secondo Sgarbi dovrebbe tornare nella nicchia originaria. L'archistar Stefano Boeri, che da assessore alla Cultura della giunta Pisapia seguì il trasloco, è contrario come Sala, idem l'allora assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza, oggi consigliera regionale Pd, che curò la parte tecnica: «Il mio sollievo per la nomina di Sgarbi, persona competente in questo deserto di ministri e sottosegretari - sostiene -, è durato poche ore, fino all'uscita sulla Pietà. Ero assessore nel 2013, quando fui chiamata ad attuare la decisione della giunta Pisapia di trasferire l'opera dalla collocazione in cui era, un piano seminterrato del museo del Castello, inadeguato alla visita e alla fruizione.

La riportammo in superficie, in una sala che era stata parte dell'Ospedale Spagnolo per quattro secoli, impreziosita da affreschi, che consegnammo allo studio dell'architetto Michele De Lucchi perché valorizzasse al meglio la nuova collocazione. Non sono un'esperta d'arte, ma oggi la Pietà è in un luogo adeguato, anche simbolico, di antica sofferenza, ed è esposta in modo che i visitatori possano godere appieno della sua forza comunicativa».

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