«L'Accademia in caserma? Solo se resteremo a Brera»

Guardando al nebuloso futuro dell'Accademia di Brera, fra aule straripanti e sfratti (quasi) incombenti, il neodirettore Franco Marrocco preferisce parafrasare Martin Luther King: «I have a dream». Qual è il sogno? «Una grande accademia proiettata nella città con un cuore pulsante nel futuro complesso della Grande Brera e un campus progettato da un architetto internazionale che rivoluzioni le famigerate caserme di via Mascheroni».
Un sogno che però rischia di rimanere tale, come ha denunciato per iscritto ancora quest'autunno il suo predecessore Gastone Mariani. Mancano i soldi e per di più quelle caserme sono vincolate dalla sovrintendenza
«Rispetto a Mariani, che ha usato toni durissimi, preferisco essere ottimista. E il recente incontro avuto con la sovrintendente Bandera e il direttore regionale del Mibac Bon Valsassina mi induce ad esserlo».
Che cosa le hanno promesso?
«Beh, anzitutto pare che i vincoli sugli edifici delle caserme siano tutt'altro che insormontabili. Del resto, non si capisce perchè quello che è valso a Roma per il Maxxi, che è stato edificato proprio all'interno di un complesso di caserme, non possa valere per noi a Milano».
Sì, ma erano altri tempi. La realtà è che, per il momento, gli unici soldi stanziati (23 milioni) serviranno a stento per partire con l'allargamento della Pinacoteca. Sulla futura accademia, a parte il vostro trasferimento, si sa ben poco.
«È vero, ma il fatto di essere ottimista non vuol dire che resterò passivo di fronte al fagocitamento della più importante accademia d'Italia, che ha 3.500 studenti di cui il 30% stranieri. Se la futura sede non risponderà alle nostre esigenze le barricate le farò anch'io e dirò: da qui non ci muoviamo».
Quali sono le esigenze?
«È semplice: nel complesso della Grande Brera dovrà rimanere la parte centrale dell'Accademia che con la Pinacoteca e la Biblioteca ha un inscindibile legame culturale e identitario. Alle caserme Mascheroni servono veri spazi per la didattica contemporanea con aule di almeno 150 metri quadri. Aggiungo che i 26mila metri complessivi promessi dall'accordo di due anni fa sono anche troppo pochi per i nostri studenti».
L'ex direttore Mariani e il consiglio accademico denunciarono come un tradimento la neonata Fondazione Grande Brera che non coinvolge l'accademia. Il vero obbiettivo sarebbe solo quello di sfrattarvi da Brera...
«Questo non lo so, anche perchè non c'è ancora stato un tavolo tecnico. La direzione regionale mi ha però appena assicurato che nei prossimi giorni si aprirà la discussione. Guardi, io sono per il dialogo e con il presidente Carrubba c'è piena armonia ma lo ripeto: se pensano di trasferirci tout court è meglio che ci mandino i carabinieri...».
Dica la verità, che tempi prevede, un decennio?
«Speriamo di no, ma quel che è certo è che ancora manca una progettazione e non solo per quanto riguarda l'accademia.

I famigerati 23 milioni serviranno a stento per sistemare il tetto della Pinacoteca, avviare il cantiere a Palazzo Citterio e iniziare la bonifica di Mascheroni, dove ci sono ancora i militari e l'archivio della Difesa. Un lavoro ciclopico, chissà se si farà mai...».

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