L'autonomia sfuma ancora, ma Fontana è ottimista

Dal vertice l' ennesimo rinvio. Il governatore: «Qualcosa si muove, siamo già fuori dalle secche»

L'autonomia sfuma ancora, ma Fontana è ottimista

Sarà che proviene da una zona di laghi, ma sulla questione Autonomia il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana sta davvero dimostrando di avere una dote: la pazienza del pescatore. La giornata doveva essere decisiva - «sarà tutto in discesa» aveva dichiarato di prima mattina, il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini - finalmente la riunione prevista nel pomeriggio a Palazzo Chigi avrebbe riunito attorno al tavolo tutti i ministri interessati, da Erika Stefani, titolare della materia, a Barbara Lezzi, ministra per il Sud (molto critica con la riforma) e poi naturalmente il premier, Giuseppe Conte, e il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti; inutile nominare gli immancabili vicepremier, Salvini e Luigi Di Maio. Lo scopo era uno: arrivare all'accordo e far partire un cammino avviato con un referendum (in Lombardia e Veneto; tramite richiesta diretta in Emilia Romagna) ormai quasi due anni fa.

«Avrebbe» perché ben prima della fine delle tre ore di vertice, dallo scranno si sono alzati proprio i due azionisti di maggioranza dell'Esecutivo, Salvini, per un impegno del Viminale, e poi anche Di Maio. A lavorare sono rimasti i ministri più tecnici, che hanno messo sotto la lente ancora una volta le competenze dei richiedenti, in particolare il reclutamento dei docenti su base territoriale. Risultato: tutto rimandato a giovedì mattina, alle 8:30 prima del Consiglio dei ministri previsto per le 11:30.

Un nuovo rinvio, anche se solo di qualche giorno, che avrebbe provato la tenuta nervosa di chiunque, ma che invece non scompone il governatore lombardo. Che come il pescatore in mattinata aveva lanciato lenza ed esca, con fiduciosa speranza di riuscire a portare a casa qualcosa prima del tramonto: «Sono convinto che oggi ci debba essere una risposta, non dico che sarà definitiva ma che almeno lasci intendere chiaramente in che direzione si andrà». Salvo poi, vedendo le reti ancora vuote nel pomeriggio inoltrato, accogliere la notizia del nuovo rinvio, con diplomazia: «Va bene, non c'è un'intesa, ma il fatto che si sia rimandato a giovedì vuol dire che si e' usciti dalle secche». «Evidentemente - ha affermato poi in serata - la riunione romana è servita ad approfondire alcune questioni, quindi è una cosa seria». Acqua passata, per restare in metafora, l'anno e mezzo speso nei tira e molla tra Lega e Movimento 5 Stelle e con il governo precedente: «Forse nei mesi scorsi si è buttato via del tempo» ammette, placido.

La questione ha sfiancato anche il mite presidente del Consiglio regionale lombardo, Alessandro Fermi, che, poco prima arrivando allo stesso evento, aveva confessato: «Con questo Governo non ce la faremo...».

Fontana invece la prende con un sorriso mentre tira su l'àncora: «Non pretendo che una riforma così importante si faccia in due ore. Il rinvio a pochi giorni vuol dire che stanno lavorando veramente e mi fa piacere. Dopo queste giornate sono un po' più ottimista».

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