Centrodestra maggioranza assoluta in Lombardia e vittorioso in (quasi) tutti i collegi della Regione. Le elezioni politiche del 2022, le prime celebrate in autunno, passeranno alla storia per una sorta di «cappotto» subito dalla sinistra nella regione più grande d'Italia, quella che metteva in palio 95 seggi parlamentari in tutto.
La legge elettorale mista ha assegnato ovviamente un certo numero di eletti - nella parte proporzionale - anche al centrosinistra, al Movimento 5 Stelle e al cosiddetto «Terzo polo», ma se dovessimo limitarci agli uninominali, quindi alle sfide dirette, «testa a testa» - in cui un solo candidato passa e gli altri sono sconfitti - risulta che su 34 collegi (23 alla Camera e 11 al Senato) il candidato di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia ha vinto in 31 collegi.
Fa eccezione solo Milano. La città più importante della Lombardia da tempo è orientata verso il centrosinistra, non solo a livello amministrativo. Anche stavolta il voto politico ha confermato una tendenza netta di questo tipo, con l'affermazione del Pd e l'exploit del Terzo polo che, soprattutto in centro, è arrivato sopra il 20%, una quota elettorale che ricorda molto quel 25% che Mario Monti sfiorò nel 2013 con la sua «Scelta civica».
Milano a parte, tutta la Lombardia la vittoria del centrodestra è stata schiacciante, e complice anche la divisione del campo avverso, frammentato in tre tronconi, tutti gli altri collegi si sono colorati di azzurro.
La mappa del voto Comune per Comune elaborata da «You trend» - però - dice anche che la Lega ormai è primo partito solo in una manciata di Comuni collocati per lo più nel nord della Lombardia o della Bergamasca, mentre Fratelli d'Italia risulta in testa praticamente in tutti i Comuni della Lombardia. Per dare un'idea dello scossone arrivato dalle urne di domenica, basterà dire che a Pavia, fra i pochi capoluoghi con sindaco leghista, il Carroccio è risultato quinto, superato anche dal Terzo polo. A Cazzano Brabbia, paese di Giancarlo Giorgetti nel Varesotto, la Lega è rimasto primo partito ma con il 22,2% tallonato dal partito della Meloni al 22. E a Ponte di Legno, altro simbolo della storia leghista, FdI è arrivato al 44% alla Camera e al 45% al Senato mentre la Lega si è fermata al 17.
Stravolgimenti interni a parte, la coalizione si è confermata dominante e questo risultato la consolida anche in vista delle Regionali 2023, in vista delle quali deve essere scelto il candidato presidente. A questo proposito, il presidente uscente Attilio Fontana resta in prima linea.
E interpellato a margine di un convegno a Palazzo Pirelli, ieri ha confermato: «Credo di poter dire, come mi è stato detto singolarmente dai rappresentanti dei quattro partiti della coalizione, che sarò candidato», minimizzando poi sui risultati delle liste: «Non ci sono novità. Non credo che sia cambiato niente».
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