L'Ottocento lombardo rinasce in via Manzoni

L'Ottocento lombardo rinasce in via Manzoni

A Milano sta tornando di moda l'arte dell'Ottocento, quella che vide la Lombardia dare natali e asilo ad alcuni tra i più prestigiosi pittori europei, come Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Boldini, Francesco Hayez e altri. Il merito non va certo ad una Galleria d'Arte Moderna che non valorizza la sua collezione con mostre adeguate e ha orari praticamente inaccessibili (chiusura alle 17.30, ma di fatto alle 17). Ma va soprattutto ai privati che, sulla scia della grande operazione delle Gallerie d'Italia di Banca Intesa, stanno vivacizzando il panorama espositivo della città. L'ultima è quella appena inaugurata in un elegante cortile di via Manzoni e, sotto il l nome di “GAM“, che ha battezzato i suoi spazi con una raffinata mostra sul Divisionismo. Non una mostra commerciale, quella che ha raccolto da collezioni private opere importanti degli autori maggiori tra cui anche Angelo Morbelli, pittore di ospizi crepuscolari; ma un centro studi con annessi archivi su uno dei periodi pittorici più interessanti e meno approfonditi del XIX secolo. Autori dell'operazione sono due galleristi, Enzo Savoia e Francesco Luigi Maspes, che hanno coalizzato le proprie energie per rilanciare - sul piano culturale prima ancora che commerciale - un periodo artistico «che rischia di finire nel dimenticatoio». Ancora una volta la città dovrà ringraziare i privati se in un'area di poche centinaia di metri - tra piazza Scala e via Spiga - sta prendendo vita un polo culturale di cui il mercato è soltanto l'ultimo anello. Oltre al nuovo spazio espositivo, che ha in programma quattro mostre all'anno, conta infatti la vicinanza del museo Poldi Pezzoli e di operatori specializzati come la galleria Bottegantica, l'Archivio De Nittis della Fondazione Piceni, la casa d'aste Pandolfini.
«Il nostro obbiettivo - spiega Enzo Savoia - è quello di creare un punto di riferimento per il pubblico che abbia voglia di approfondire un periodo artistico importante a livello europeo e oggi sottovalutato a causa soprattutto della scarsità di mostre e archivi». Quello del collezionismo è certamente un nodo cruciale, in un momento di crisi e di grande tentennamento negli investimenti nell'arte. «Oggi - dice Savoia - basta poco per accorgersi della profonda discrasia esistente tra i prezzi di un mercato contemporaneo che ha subito forti speculazioni e quelli della pittura di Ottocento e primi Novecento dove è ancora possibile aggiudicarsi piccoli capolavori a quotazioni accessibili». Non è probabilmente il caso degli artisti presenti in mostra, tra cui si evidenziano opere rare e museali come «Alpe di Maggio» di Segantini (1894) o il pannello sinistro del pentittico «L'amore nelle vita» di Pellizza da Volpedo, realizzato nel periodo immediatamente successivo alla prima esposizione del «Quarto Stato». O ancora, gli oli pregevolissimi di Emilio Longoni e Angelo Morbelli tra cui spicca «Inverno al Pio Albergo Trivulzio».

Quel periodo, sottolinea Savoia, «fu troppo breve e contò pochissimi artisti, cosicchè le opere importanti sono quasi tutte conservate nei musei e nelle più importanti collezioni. Ma l'importante era lanciare la sfida».

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