Mala e fabbriche? Un ricordo E all'Ortica fioriscono i locali

Il vecchio quartiere popolare di bande e osterie da tempo non esiste più Ma fra ristoranti alla moda, loft e negozi si respira ancora la «milanesità»

«Certo, nel 1968 l'Ortiga l'era tuta ‘na zona di balordi e la scighera, la burdiga, la nebbia insomma, ghe n'è minga ades». A parlare è l'Attilio Rusconi (76 anni), e l'articolo davanti al nome in questo caso è una regola: siamo alla periferia Est di Milano, nel quartiere raccontato da Jannacci, «in cui fare il palo l'era un mestè» conferma Attilio, che nel 1968 aprì l'Osteria del Gatto Nero, in via Ortica: «vivevo lì, nel ristorante. Avevo anche 10/15 cavalli, pecore, maiali, e un babbuino». Alpino, allevatore e ristoratore, Attilio da poco più di un anno ha lasciato l'Ortiga e il vecchio Gatto Nero «perché ora l'affitto è diventato troppo alto», e con il figlio Carlo (46 anni) ha aperto un nuovo Gatto Nero nelle strette vicinanzen dove le domeniche mattina da settembre ad aprile, dalle 9 alle 10.30, l'Attilio offre un assaggio di trippa (“la busecca”) a chi prende un bianchino, mentre il figlio intrattiene i bambini con il pony e il lama, che portano dalla loro tenuta nella campagna bergamasca. Certo, è finita l'epoca in cui gli operai che lavoravano alla Richard Ginori passavano al Gatto Nero anche prima di entrare in azienda «per un caffè o un grappin» (ora dall'ex fabbrica sono stati ricavati dei loft). È finita l'epoca in cui Jannacci, Bobo Craxi, Nanni Svampa e Tognoli «venivano da me appena avevano qualcosa da festeggiare» continua l'Attilio. «Celentano no, quello non si vedeva, ma Vallanzasca sì, è venuto a mangiare qui. Era una persona per bene». Davvero? «Certo, ma guarda che qui passavan tutti: ladri, puttane. La polizia mai. Eppure c'era un equilibrio: mai nessuno ha rotto le…...». Altra epoca. L'anno scorso, nell'antica e originaria sede del Gatto Nero, Bisio e Siani hanno girato una sena di «Benvenuti al Nord»: ora si sta meglio all'Ortica, «eppure il quartiere non è più lo stesso» secondo l'Attilio. Dal 3 al 5 ottobre anche quest'anno si celebrerà la Festa dell'Ortica, «ma non è più come una volta quando ero il capo che tirava il grup che si vestiva in maschera per fare l'arrivo del Barbarossa. Io anzi ero il Barbarossa e gli altri indrée. Ce ne saremo ancora 10 della vera Ortiga, di quando mio figlio andava a scuola col pony e lo legava in cortile».

Insomma, se arrivando dal centro di Milano l'Ortica sembra ancora un quartiere autentico, ricco di tradizioni e di valori, per gli abitanti originari ormai non è più così: «Cristo, sem in man del pujan» (ovvero colui che raccoglieva i cadaveri della peste del 1600 e li appoggiava sul carretto). È la risposta ferma che mi dà il signor Alfredo questa mattina (ieri per chi legge) in edicola alla mia domanda se l'Ortica sia ancora un quartiere di antiche tradizioni milanesi: «mio padre era capofabbrica alla Ginori –dice anche il signor Giampietro Bigliani, sempre in edicola (tutte le mattine si forma una crocchia di uomini che commentano in milanese le notizie con Archimede e sua moglie, la signora Eleonora che gestisce l'edicola)-. Io sono nato lì dentro. Questo quartiere prima era tutto diverso: quella che ora è una birreria artigianale qui in via Ortica era il Tribasei (per i tre gradini che bisognava salire per entrare nel locale): un'osteria e campo di bocce. Alla Festa dell'Ortica negli anni passati c'erano tantissime giostre, ora solo bancarelle per far spendere la gente e mangiare. Lavoravo qui a Lambrate in una ditta che faceva medaglie statuette, ora sono in pensione: in via Ortica c'erano un salumiere, tre panettieri, un macellaio e un fruttivendolo. Ora sono tutti ristoranti». Il che non si può negare, in effetti oltre alla Balera dell'Ortica in via Amadeo 78 (www.labaleradellortica.com), la Pizzeria Ortiga in via San Faustino 1 (02-747713), la birreria artigianale Il Giardino della Birra (www.ilgiardinodellabirra.com) in via Ortica 10, il nuovo negozio Biricicletta in via Amadeo 79 e la trattoria Ortica 27 (02-73954823), la notizia è che anche Gatto Nero originale è stato già acquistato e diverrà un ristorante italiano.

Persino nella Ex Ginori ha aperto un ristorante in cui si può mangiare piatti italiani cucinati con ingredienti di prima qualità a pranzo e cena, «Andiamo da Zanko», mentre nella ex mensa della Fabbrica, visibile dalla strada, lo spazio solitamente occupato da un ristorante ora è in nuova gestione come birreria. La Cascina Cavriano, azienda agricola vicina alla Ginori, si apre nel weekend il sabato a cena e la domenica a pranzo, oltre ad ospitare sempre un mercato di frutta e verdura (www.cascinacavriano.com).

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