Continuano incessanti e non senza qualche problema le trattative per la nuova giunta di Beppe Sala. Il Pd milanese, forte del 35 per cento incassato alle urne, vorrebbe «almeno» la metà degli assessori, ma a tenere banco è il destino del capolista dem e recordman di preferenze Pierfrancesco Maran (nella foto). Per lui Sala immagina un «futuro politico», magari non necessariamente a Palazzo Marino. Ma sul golden boy Maran il Pd non transige e rivendica per lui una delega.
Intanto quella di ieri è stata una mattinata infuocata. A microfoni spenti c'è chi parla di scintille tra il sindaco e l'esponente Pd, attriti mitigati a fatica dai colonnelli democratici. Nel pomeriggio si è andato avanti con gli incontri, perché Sala vuole chiudere la giunta «rapidamente», ma si sa, la fretta è sempre cattiva consigliera. E mentre la segretaria metropolitana del Pd Milano Silvia Roggiani blinda il suo cavallo di razza assicurando che avrà sicuramente un ruolo da assessore, c'è chi inizia a parlare di Maran come potenziale candidato alle Regionali del 2023. Una delega con tutta probabilità l'avrà anche l'ormai ex presidente del consiglio comunale Lamberto Bertolè che, forte di 2.500 voti, sembra destinato alle Politiche sociali. In giunta dovrebbe entrare anche Gaia Romani con le sue 2.200 preferenze che, dopo anni di militanza al Municipio 8, potrebbe fare il grande salto nell'ottica del «ringiovanimento» professato da Sala. E se al Pd, secondo le voci, andranno come minimo sei assessori, è già partito il toto-nomi per capire chi altro farà parte della squadra. La civica del sindaco che ha sfiorato la doppia cifra alle comunali avrà probabilmente due posti in giunta destinati ai capolista: forse Emmanuel Conte al Bilancio al posto del tecnico Roberto Tasca, mentre Martina Riva sogna una delega all'ambiente o al sociale. I Verdi dovrebbero concretizzare il loro 5 per cento con un assessorato: in lizza l'ex Pd Carlo Monguzzi che se la gioca con Elena Grandi, nonostante le sue posizioni scomode sullo stadio. Ma sull'ambiente potrebbero esserci sorprese. Un assessore dovrebbero esprimerlo anche i Riformisti: Giulia Pastorella calendiana di Azione, una delle tre capolista, avrebbe dato disponibilità per una delega all'Innovazione, dove sembra che non ci siano profili più adatti del suo. Non è escluso però che possa trovare spazio la riformista più votata, la renziana Lisa Noja che ha un ottimo rapporto con Sala e ha già lavorato a Palazzo Marino negli ultimi cinque anni come delegata alle politiche per l'accessibilità. Nella giunta largo anche a due profili tecnici. Intanto, sull'asse Firenze-Milano si fanno sempre più insistenti i rumors di un «acquisto» di Sala dalla giunta di Dario Nardella e chissà che i due sindaci non ne abbiano parlato proprio quest'estate, quando erano insieme a Sting con tanto di foto Instagram. Alla Cultura potrebbe infatti finire il direttore della Fondazione Feltrinelli fiorentino Tommaso Sacchi che dalla Toscana rientrerebbe in Lombardia, con un viaggio stavolta di sola andata, per subentrare a Filippo Del Corno, proiettato verso incarichi nazionali con il Pd. Sacchi, milanese di nascita, ha già lavorato a Palazzo Marino dal 2011 al 2013, fianco a fianco con Stefano Boeri.
L'assessore di Nardella per il momento rimane coperto, trincerato dietro conferenze stampa e impegni istituzionali, ma la voce sembra prendere sempre più piede in ambienti fiorentini. In alternativa il direttore della Fondazione Feltrinelli Massimiliano Tarantino.
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