Marcialonga, i milanesi battono tutti

Marcialonga, i milanesi battono tutti

Tutto pronto per la 40ma Marcialonga, i 70 chilometri che hanno fatto la storia dello sci di fondo. Anche l'ultima nevicata della notte scorsa che consegnerà agli appassionati la Val di Fiemme e la Val di Fassa più bianche che mai. Le Dolomiti trentine sono pronte a salutare oltre 7500 fondisti da 32 nazioni e per un week end le previsioni meteo danno due splendide giornate di sole. E alla fatica sono pronti anche i fondisti milanesi che come ogni anno sono tra le pattuglie più numerose al via di Moena. Quest'anno saranno oltre un centinaio, 114 per la precisione (tra cui 10 donne), che ne fanno una delle rappresentanze più nutrite per un grande città. D'altronde la tradizione «fondistica» in città è forte. Si partiva in pullman già dalla prima edizione, quarant'anni fa e la Marcialonga allora era un'avventura da eroi. C'era una Milano dei «sciuri» che caricava gli sci sulle auto a partiva per un lungo fine settimana e c'era la Milano più umile che partiva in gruppo in gruppo col torpedone per risparmiare e andava e tornava in 24ore. La Marcialonga era ed è un richiamo irresistibile, un rito da consumare. E così domenica si replica, come sempre. Ci saranno tutti gli atleti più forti e non ci sarà invece, bloccato da un'influenza, Alex Zanardi che ha promesso che parteciperà l'anno prossimo. Tra le novità la nuova «Marcialonga Story» sabato mattina, 11 km da Lago di Tesero a Predazzo solo con sci d'epoca e abbigliamento vintage. Davanti a tutti Franco Nones che correrà con sci e abbigliamento di quel mitico 9 febbraio 1968 quando a Grenoble vinse il primo oro olimpico. La Rai trasmetterà la gara dalle 8 a mezzogiorno con diretta anche in Norvegia. Tanti ci proveranno più o meno allenati ma non sarà una passeggiata: «L'obbiettivo di ogni sciatore nordico- spiega il professor Enrico Arcelli dell'equipe Enervit- è presentarsi al via con le scorte di energia piene.

Il primo segreto è quello di diminuire i volumi di allenamento riducendo chilometri e intensità nei sei giorni che precedono la gara. In questo modo si tenderà a preservare le scorte di glicogeno, ovvero le riserve di zuccheri immagazzinate nei muscoli e nel fegato»

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