Niente prove di forza (per ora). La giunta regionale ieri non ha approvato la delibera che avrebbe concesso una proroga di 40 giorni alle famiglie lombarde per vaccinare i bimbi senza perdere il posto all'asilo. «Non vogliamo uno scontro con il governo» è stata la premessa del governatore Roberto Maroni alla conferenza stampa convocata ieri mattina, annunciando che entro la giornata la giunta avrebbe preso una decisione. Al suo fianco l'assessore alla Salute Giulio Gallara che ha condotto la battaglia di fine agosto. Il braccio di ferro tra la Lombardia e Roma è andato avanti per giorni, con le ministre Fedeli e Lorenzin a ribadire che il 10 settembre «è la data la data ultima e inderogabile» per sottoporre i bambini fino a sei anni alla profilassi obbligatoria, e «gli enti che non si adeguano sono fuorilegge». Nel frattempo però, a polemica in corso, hanno emanato il primo settembre una circolare per facilitare le autocertificazioni, dando ad esempio la possibilità alle famiglie per l'anno scolastico 2017/2018 di presentare un'autocertificazione della telefonata con cui il genitore fissa l'appuntamento con l'Ats per vaccinare il figlio, poi avranno tempo fino al 10 marzo per fare effettivamente la vaccinazione. Ieri si è aggiunta una lettera firmata Lorenzin-Fedeli in risposta a quella inviata giorni fa da Gallera in cui ribadivano di aver fatto tutto il possibile per venire incontro alle richieste delle famiglie. Aperture che avevano convinto ieri la Regione a fare dietrofront. Maroni ha riferito di aver parlato con il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, «ci siamo chiariti e non c'è una posizione di conflittualità. Noi vogliamo risolvere il problema applicando il solito metodo della forte e leale collaborazione fra istituzioni. E la Circolare ricevuta riconosce la correttezza delle questioni poste dalla nostra Regione lo scorso 31 agosto». Non tutte le esigenze sono state accolte, ha precisato, «la risposta è solo in parte soddisfacente e per questo valuteremo nel pomeriggio se sulla base sia utile per noi fare una delibera che chiarisce alcuni passaggi, o se invece basterà una nostra indicazione agli uffici competenti. L'argomento è oggetto approfondimento e risolveremo tutto entro oggi». Invece la scelta definitiva è rinviata a oggi, perchè nel frattempo ieri il governatore leghista del Veneto Luca Zaia ha deciso di forzare la mano e concedere una moratoria fino all'anno scolastico 2019/2020 per presentare tutta la documentazione per i bimbi da zero a sei anni ed evitare la decadenza dell'iscrizione a nidi e materne. In attesa di conoscere l'esito del ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge nazionale che impone l'obbligatorietà di dieci vaccini, «il Veneto ha predisposto le "indicazioni regionali in regime transitorio di applicazione della legge Lorenzin"» spiegava la nota. La Lombardia è combattuta, proseguirà anche oggi gli approfondimenti giuridici e poi annuncerà la linea.
Il ministro Fedeli auspicato la fine del match già ieri: «Credo che la Lombardia - aveva dichiarato in mattinata a Radio24 - abbia apprezzato tutto il lavoro fatto e l'ulteriore circolare che abbiamo mandato venerdì. Abbiamo anche mandato una lettera congiunta assieme al ministero della Salute per rispondere ad una loro lettera. Si tratta di facilitare le cose e anche l'autocertificazione è un elemento importante».ChiCa
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