Oltre 500 grammi nascosti in un presepe peruviano trasportato da Lima a Milano nel bagaglio di una badante incensurata. Ma la droga veniva trasportata in batterie funzionanti di automobili oppure nascosta in grossi pacchi di caramelle e cioccolatini. Questo uno dei nascondigli più originali in cui la cocaina è stata trovata durante l'operazione «Gringo» della sezione «narcotici» della squadra mobile di Milano, guidati da Mimmo Balsamo e dalla vice dirigente Serena Ferrari. Un'inchiesta che ha portato la Procura di Milano ad emettere 21 ordinanze di custodia cautelare.
Due gruppi principali di trafficanti arrestati: il primo composto da 15 sudamericani, tra peruviani ed ecuadoregni, e il secondo composto da 5 italiani di origine calabrese; inoltre un arrestato era marocchino e «trattava» principalmente hashish, infatti gliene sono stato sequestrati 20 chili. I peruviani preferivano il trasporto aereo, facendo viaggiare la cocaina compressa in oggetti di legno - ad esempio anche un portapenne - da personaggi incensurati e la facevano arrivare in piccoli aeroporti come Bologna, Chiari, Nizza e, in un caso eccezionale, Linate.
Il capo di questo gruppo è un peruviano, attualmente ai domiciliari, proprietario di un ristorante.
Gli arrestati italiani sono invece una donna di 57 anni, un 35enne considerato il capo e detto «Gringo», che ha dato il nome all' indagine, un coetaneo di 35 anni e un 47 enne: tutti originari delle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Cosenza, ma residenti da sempre a Milano. L'ipotesi degli investigatori è che questo gruppo cercasse di accreditarsi per i traffici in Lombardia: i 5 si appoggiavano ad un broker, anche lui peruviano, che era stabile in Olanda.
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