Mense, no ai menu speciali: «Troppi»

Milano Ristorazione boccia i piatti chiesti dalle famiglie per esigenze sanitarie: «Certificati fantasiosi»

Mense, no ai menu speciali: «Troppi»

Troppe diete particolari che «non corrispondono a effettive patologie o allergie». Lo sostiene Milano Ristorazione che ha quantificato: «Il 30 per cento delle certificazioni delle diete sanitarie sono per così dire “di fantasia”». Gabriella Iacono lo ha riferito in commissione Istruzione a Palazzo Marino, convocata sul tema delle diete sanitarie e del loro rispetto nella somministrazione dei pasti nelle mense scolastiche.

Secondo Iacono è «inappropriato» il numero delle certificazioni mediche presentate per la richiesta di menù personalizzati e per bambini allergici o con malattie specifiche. Quasi un bambino su tre chiede una dieta ad hoc senza una reale necessità sanitaria. A conferma di questo ha portato le verifiche condotte da Claudio Ortolani, direttore dell'Istituto Allergologico Lombardo. «Molte delle certificazioni - ha spiegato Iacono - risultano “di fantasia”, cioè vengono certificati anche tipi di intolleranze che non esistono». A scuola le cosiddette diete sanitarie sono circa 3.300 di cui 1450 menù personalizzati, 950 menù per specifiche malattie e 900 per allergie e intolleranze.

Per Milano Ristorazione è un'anomalia segnalata alla Asl, che ritiene il numero delle prescrizioni «non eccedente rispetto all'atteso». L'azienda sanitaria stima che i ragazzini soggetti ad allergie alimentari siano il 6%, ovvero circa 4500 sul totale di 75mila alunni, ma in una lettera a Iacono invita Milano Ristorazione «nei casi di sospetto di certificazione incongrua» a inviarli al dipartimento Cure Primarie che «procederà a contattare il medico prescrittore prendendo» ove necessario «opportuni provvedimenti anche di natura disciplinare». «Il nostro intento è che queste situazioni scorrette non ci siano, perché incidono sulla stessa sicurezza alimentare dei bambini: più sono le diete sanitarie da distribuire senza necessità, più aumenta il rischio di errori o scambi di pietanze nelle mense».

A fronte del 4,5% circa di diete sanitarie servite, Iacono ha spiegato che considerando i numeri nelle altre città, le richieste possono essere «tagliate» di quasi 2 mila diete in meno. Da limitare, per Iacono, anche le richieste di menù in bianco possibili il giorno stesso a richiesta dei genitori: «Troppo numerose, e fatte sempre dagli stessi». Per Paolo Scomazzon, presidente di «Bam», l'associazione Bambini Allergici «se ci sono prescrizioni di diete sanitarie dove non c'è diagnosi, per una sorta di compiacenza verso le famiglie, è opportuno che la Asl se ne occupi».

E per quanto riguarda i recenti casi di errore nella somministrazione del pasto «non può non esserci - per Scomazzon - una responsabilità del personale presente alla somministrazione».

Iacono ha assicurato l'avvio di controlli a campione sulle pietanze con l'apertura dei contenitori», mentre l'assessore all'Istruzione Francesco Cappelli ha posto come «punto da cui partire» per definire le procedure di somministrazione «la responsabilità dell'adulto vicino all'alunno». In previsione, un incontro con i presidi.

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