Sta spopolando sui social network, in questi giorni, la mappa goliardica della metropolitana milanese disegnata dal magazine online "Daily Best" e resa virale dai più spiritosi (e meneghini) tra gli internauti.
La mappa della rete metropolitana della Capitale morale d'Italia è rivista sostituendo ai nomi delle varie fermate le caratteristiche - in chiave sarcastica - delle varie zone. Il tutto dalla più ambrosiana delle prospettive - bauscia ma con il coeur in man.
Così in Duomo si trovano "Subumani e struscio", mentre in San Babila bisogna stare attenti: "Sotto il Moncler c'è una lunga pistola". Riferimenti che solo chi conosce la storia di Milano può cogliere. Fino alla cerchia dei Bastioni abbondano i loden (Conciliazione), le auto tedesche (Cadorna) e la "figa" (Moscova). Oltre le Mura spagnole, già, inizia a sentirsi la "puzza di curry" (Sant'Agostino) e prosperano le comunità di latinos ("Matalo, Pedro", a Pasteur) e maghrebini ("Allah Akbar", Maciachini).
Prima dei campi ("Qui l'altro giorno era tutta campagna", Lampugnano) bisogna attraversare le periferie in mano ai provinciali ("È tanto che sei a Milano?", Lambrate) e alla ligèra - la malavita ("Coltellate", Corvetto). Mentre chi ha preso la gialla finisce per perdersi nel "rustico ma genuino" Affori Centro, chi ha scelto la linea verde va incontro alla "morte civile" di Cascina Gobba.
Il peggio, però, si nasconde oltre il "limite tariffa umana" (al posto della tariffa urbana): in piazza Abbiategrasso c'è "Cocaina ed eroina", ad Inganni
le "rapine" e a Bonola le "bici che ti hanno rubato".Anche se, c'è da dire, un vero ganassa lascerebbe la metro a quei pistola di pendolari, senza nemmeno scendere dall'Alfetta.
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