Milano è ormai l'hub dei migranti dell'intero Sud Europa: all'ombra della Madonnina sfilano i disperati di mezza Africa e di metà del Medio Oriente.
Qui si raccolgono tutti gli sbarcati in Sicilia, convogliati fino al capoluogo meneghino dalla Sicilia e dalla Puglia. Di qui ripartono per gli Stati dell'Europa nordoccidentale, passando sopratutto per Ventimiglia e per Como. A Milano è fiorita una fitta rete di trafficanti che organizza i viaggi fino a Londra e a Berlino. I carabinieri indagherebbero addirittura su un traffico di organi.
Ma in questo scenario si inserisce un importante elemento di novità, che certifica il cambiamento di scenario per quanto riguarda le migrazioni a Milano. Parlando ieri davanti al Consiglio Comunale, l'assessore al Welfare (e grande esperto di accoglienza) Pierfrancesco Majorino ha comunicato che se nel 2015 solo il 2% dei migranti non si trovava a Milano solo di passaggio, ora il numero di chi si ferma è schizzato all'80%.
"Da ottobre 2013 - ha spiegato Majorino - abbiamo accolto 106mila profughi di cui 21 mila minori, e il 98 per cento di loro, fino allo scorso gennaio, era costituito da transitanti. Da gennaio il carattere del flusso è sensibilmente cambiato: la percentuale dei richiedenti asilo è passata dal 2 per cento all'80 per cento, dunque è corretto affermare che ne arrivano meno ma si fermano di più."
L'assessore al Welfare, peraltro in sintonia con il sindaco Giuseppe Sala, ha chiesto un cambio di rotta nelle politiche di accoglienza a livello nazionale: "Il Paese deve dotarsi di un altro modello, non possiamo affrontare il flusso con gli strumenti di
sette anni fa. C'è un disordine a livello nazionale e comunitario. Serve maggiore responsabilizzazione, i migranti non sono un cerino da passarsi."Un appello tanto più pertinente quanto più aumenterà il numero di chi resta.
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