Milano, accusa malore nel “boschetto della droga”: 50enne muore in ospedale

Soccorso dai sanitari del 118 all’interno del “boschetto della droga” di Rogoredo a Milano, un uomo di 50 anni è morto poco dopo l’arrivo in ospedale. Il decesso, forse, è stato causato da una overdose

Milano, accusa malore nel “boschetto della droga”: 50enne muore in ospedale

Nel pomeriggio di ieri, un 50enne è morto per un malore, forse causato da una overdose, dopo essere stato soccorso dai sanitari del 118 all'interno del cosiddetto “boschetto della droga” di Rogoredo, a Milano. Nonostante l’immediato intervento dei medici, l’uomo è deceduto poco dopo il suo arrivo in ospedale.

Intorno alle 14 un altro frequentatore della zona, tristemente nota per essere luogo di spaccio e di consumo di droga, resosi conto che il tossicodipendente stava male ha immediatamente chiamato i soccorsi. I medici giunti sul posto, constatata la gravità delle condizioni del soggetto, hanno condotto l'uomo in codice rosso all'ospedale di San Donato Milanese dove, però, è deceduto.

Non è ancora chiaro cosa abbia causato la morte del 50enne. Come raccontato dai carabinieri della compagnia di Monforte, accanto al corpo della vittima sarebbe stata trovata una siringa. Per individuare le reali cause della morte è stata disposta un’autopsia.

Solo pochi giorni fa il ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva annunciato che sarebbe stato aperto nuovamente un presidio fisso della polizia all'interno della stazione di Rogoredo, per cercare di monitorare la situazione nella zona.

"Proprio nei giorni in cui Milano viene riempita di manifesti pubblicitari della Hemp Fest, che inneggia alla cannabis con una foglia che sovrasta il Duomo, di droga nella città si continua a morire" ha affermato Riccardo De Corato, assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia.

“Forse è tempo di sperimentare nuove forme di

controllo del territorio e contrasto dello spaccio, come accaduto di recente al parco delle Groane nel comune di Ceriano Laghetto, dove il sindaco ha utilizzato droni e telecamere" ha, infine, concluso lo stesso De Corato.

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