Un tempo era la Milano da bere, adesso è un far west che gronda sangue. Un giorno un clandestino ghanese si sveglia all'alba e va in giro per il quartiere di Niguarda ad ammazzare la gente col piccone. Un altro una banda di malviventi prende d'assalto il quadrilatero della moda, in pieno giorno, ed espugna il negozio di Franck Muller con mazze da baseball e molotov. Un altro ancora dissidenti e no global si oppongono allo sgombero di un centro sociale dando alle fiamme una barricata fatta di sedie, tavoli e mobili e assediando Palazzo Marino ingaggiando scontri con le forze dell'ordine. Questa è la Milano oscar del Viminale per insicurezza e crimini commessi. Questa è la Milano dopo due anni di Giuliano Pisapia a Palazzo Marino.
Le immagini che questa mattina sono arrivate da via Olgiati, dove gli antagonisti hanno difeso con le fiamme e i lacrimogeni un palazzo occupato, sono le classiche scene da guerriglia urbana. In mezzo ai no global incappucciati di rosso ci sono anche i manifestanti No Tav che la scorsa estate hanno messo a ferro e fuoco la Val Susa per protestare contro la costruzione dell'alta velocità Torino-Lione. Nel frattempo in via Cusani, nel pieno centro storico del capoluogo lombardo, un imprenditore di 47 è stato scippato con la tecnica della "botta sullo specchietto": non appena ha messo fuori l’avambraccio per aggiustarlo, si è visto strappare un bracciale d'oro e un orologio Patek Philippe del valore di circa 20mila euro. Poche ore prima, in via Padova, due anziani venivano presi in ostaggio da una banda di malviventi che a suon di botte e soprusi gli hanno rubato 10mila euro in contanti. Soldi che la coppia teneva nascosti in una cassetta di sicurezza di metallo, i risparmi con cui i due, probabilmente, tiravano a campare. Sono questi i frame di una tranquilla giornata di violenza milanese. In molti, ormai, stanno imparando a farci l'abitudine: i titoli di cronaca nera dipingono quella che un tempo era conosciuta come il tempio del made in Italy e del lusso come una metropoli insicura. Le periferie nelle mani di rapitori e folli assassini, il centro nelle mani di malviventi.
"Ci sono temi su cui la politica giustamente si divide - ha commentato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni in una intervista a Repubblica - altri che ci impongono di dimostrare la volontà di trovare soluzioni. La sicurezza è uno di questi". Dopo la brutale mattanza di Mada Kabobo, che ha lasciato a terra tre cadaveri, è intervenuto il Viminale. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha coordinato un tavolo per affrontare l'emergenza sicurezza a Milano e ha deciso di inviare 140 agenti permanenti a presidiare le vie del capoluogo lombardo. Eppure, nonostante l'escalation di violenza, Pisapia continua a rifiutarsi di chiamare l'esercito a difendere i milanesi: "I cittadini devono essere liberi dalla paura". Appena arrivato a Palazzo Marino il neo sindaco ha subito cacciato l'esercito che Letizia Moratti aveva fatto arrivare con l'operazione "Strade sicure". Adesso la città raccoglie i frutti di questa politica buonista. Non a caso a "recuperare" i due no glabal, che dopo aver incendiato la barricata costruita davanti allo Zam sono saliti sul tetto del centro sociale, si è scapicollato il loro avvocato Mirko Mazzali, consigliere comunale di Sel nonché presidente della commissione Sicurezza a Palazzo Marino. Scesi tra gli applausi e gli abbracci dei "compagni di lotta", i due se la sono presa con Pisapia: "Adesso ci deve spiegare che cosa è successo oggi con l’ennesimo sgombero dopo che in campagna elettorale aveva fatto ben altre promesse". E nel pomeriggio hanno preso d'assedio, insieme ad altri duecento no global, Palazzo Marino.
Spintoni e manganellate sono volati all’esterno della sede del Comune quando gli antagonisti hanno cercato di sfondare il cordone di polizia per raggiungere l'amico Pisapia e discutere dello sgombero avvenuto questa mattina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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