C'è chi la crisi l'affronta in ritirata e chi invece, anche in Italia, decide che la miglior difesa è l'attacco. Così, anche in un mercato duramente colpito dalla recessione come quello dell'arte, da noi non mancano esempi che confermano che il made in Italy va sempre forte purchè la qualità sia sempre alta. Roberto Casamonti, fondatore della galleria Tornabuoni, ha in questi giorni inaugurato negli spazi di via Fatebenefratelli una costola della grande personale dedicata ad Alighiero Boetti tre anni orsono a Parigi. Fu una delle prime esposizioni che sancirono la grande avventura della famiglia Casamonti nel cuore della Ville Lumière, a pochi metri dagli Champs Elisees, nella galleria che era stata di Francois Cazeau. Protagonista, in questo caso, il figlio Michele che nel giro di pochi anni ha trasformato la Galerie Tornabuoni di Avenue Matignon nel più prestigioso avamposto francese dell'arte italiana del Novecento. In particolare del Dopoguerra. A turno, Casamonti ha esposto a Parigi importanti antologiche degli artisti più quotati, da Lucio Fontana ad Arnaldo Pomodoro, da Enrico Castellani a Mimmo Rotella. Il successo ottenuto con il pubblico parigino ha di fatto dato il la all'ascesa internazionale di una galleria che oggi è presente nelle maggiori fiere internazionali: da Tefaf di Maastricht alla Biennale des Antiquaires di Parigi, fino ad Art Basel di Miami. «A Parigi fu l'inizio di una grande avventura perchè due anni fa - racconta Casamonti padre - la crisi europea era già cominciata, ma era un obiettivo importante perchè in Europa la capitale francese resta un epicentro del grande collezionismo internazionale. Conquistare un pubblico tradizionalmente nazionalista non era semplice ma noi, anche per non pestare i piedi alla concorrenza, abbiamo fatto una scelta di campo precisa, quella di esporre soltanto la grande arte italiana che nel mondo è sempre fortemente apprezzata. In questo nostro progetto, anche l'ambasciata italiana ci ha sostenuto ospitando opere della nostra collezione». Da Milano a Parigi, da Firenze a Forte dei Marmi, da Portofino a Crans in Svizzera: la galleria sorta trent'anni fa ha moltiplicato gli spazi e le mostre che espongono capolavori del Novecento - da Sironi a De Chirico - all'arte del Dopoguerra, di cui Tornabuoni vanta oggi una collezione di livello museale. «Il vero antidoto alla crisi - dice con orgoglio Casamonti - consiste nello scegliere e conservare nel corso degli anni soltanto opere importanti, senza avere la fretta di vendere nei momenti sbagliati». Un progetto reso possibile da un'intensa attività ma soprattutto dall'amicizia diretta con grandi artisti, come lo stesso Alighiero Boetti di cui la galleria di via Fatebenefratelli presenta in questi giorni una quarantina di opere (alcune delle quali mai esposte in Italia) a partire dai suoi esordi alla metà degli anni Sessanta fino al 1994 anno della sua scomparsa. Il rapporto tra Casamonti e l'artista durante la sua vita ha fatto sì che Tornabuoni gli dedicasse diverse mostre di cui la retrospettiva di Parigi del 2010 è sicuramente l'esempio più rappresentativo. Quattordici capolavori prestati dalla famiglia Casamonti hanno anche fatto parte delle esposizioni di Londra e New York. In mostra a Milano anche opere eccezionali come il dittico Mettere al mondo il mondo che infatti non è in vendita.
«Prima di essere un gallerista - dice Casamonti - resto un appassionato collezionista e la scelta di tenere per me molti capolavori è stata fino ad oggi premiante». Già, soprattutto nei tempi di crisi, verrebbe da dire. «La crisi, è vero; oggi anche chi può permetterselo ha paura a spendere in arte. Ma finirà, abbiamo passato momenti peggiori, la guerra per esempio...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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