Milano, fumo fuorilegge. Stop alle sigarette all'aperto

Oggi è stato approvato il regolamento sul quale si è tanto discusso. Comazzi di FI: "L'assessore non frequenta Milano da parecchio tempo"

Milano, fumo fuorilegge. Stop alle sigarette all'aperto

Prosegue la lotta contro il fumo intrapresa dal Comune di Milano. Malgrado la dichiarata emergenza sanitaria che affligge il capoluogo lombardo, la giunta Sala tira dritto per la propria strada, decisa ad eliminare la presenza delle sigarette dalle aree pubbliche. Già dalla fine dello scorso ottobre si parlava addirittura di divieto assoluto di fumare all'interno di parchi, di fronte alle fermate del tram, nei cimiteri e negli stadi, pena sanzioni.

Il fine ultimo al quale ambisce il Comune è ridurre l'inquinamento e le Pm10, come si legge nel Regolamento per la Qualità dell'Aria. "Mentre a Milano i contagi salgono ogni giorno, l'economia è al collasso e il trasporto pubblico fa acqua da tutte le parti, l'assessore alla Mobilità ha annunciato oggi che a partire dal 1 gennaio 2021 ai milanesi sarà vietato fumare nei parchi, nelle fermate del tram e nei cimiteri. Sembra una barzelletta, ma è tristemente vero", aveva commentato il consigliere comunale di Forza Italia Gianluca Comazzi, come riportato da "Mianews".

In queste settimane il lavoro della giunta Sala è andato avanti, ed oggi è arrivata la notizia dell'approvazione del nuovo regolamento durante una riunione svoltasi in videoconferenza (25 favorevoli, 8 contrari, 4 astenuti e 2 consiglieri assenti). Il consiglio comunale meneghino ha di fatto deciso di mettere al bando il fumo, che sarà vietato in numerosi spazi pubblici, fatta eccezione per le aree isolate dove è possibile restare a 10 metri di distanza dalle altre persone. Tutto questo per migliorare la qualità dell'aria della città. Non solo. Stando a quanto riferito da "LaPresse" nel prossimo futuro arriveranno ulteriori restrizioni: dal 2025, infatti, il divieto di fumo sarà esteso a tutte le aree pubbliche all’aperto. Sembra proprio che ai milanesi non resterà altro da fare che fumare nei balconi delle proprie case. "Si tratta di provvedimenti che hanno un duplice obiettivo: aiutano a ridurre il Pm10, ossia le particelle inquinanti nocive per i polmoni e tutelano la salute dei cittadini dal fumo attivo e passivo nei luoghi pubblici e frequentati anche dai minori", spiega il Comune in un comunicato.

A finire nel mirino, è bene precisarlo, non soltanto le sigarette, ma anche i fumi prodotti da pizzerie e riscaldamenti a gasolio (entro 30 giorni dall'approvazione del regolamento, non sarà più possibile installare caldaie a gasolio e biomassa). "Mentre il commercio necessita di aiuti il Comune impone nuovi adempimenti per 25 milioni alle imprese. Dopo mesi di chiusura e introiti ridotti, sarebbe stato più giusto spostare di almeno tre anni la richiesta di nuovi spese per pizzerie, ambulanti, negozi, benzinai e imprese di costruzioni", ha commentato Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia. "Norme punitive che rischiano di ammazzare un commercio già in crisi. Mentre nei parchi si spaccia senza contrasto, è utopia riuscire ad applicare il divieto di fumo". "Con un trasporto pubblico da rivedere, convogli affollati e una mobilità a dir poco delirante, queste sono le priorità dell'assessore Granelli. A giudicare da simili provvedimenti sembra che l'assessore non frequenti Milano da parecchio tempo", ha attaccato anche Comazzi, come riportato da "LaPresse".

Si è incredibilmente registrato malcontento anche da parte del Partito democratico, ma per ragioni opposte. Al presidente della Commissione Ambiente Carlo Monguzzi non è andata giù quella che lui ha definito "retromarcia sui parchi". Inizialmente, infatti, il divieto di fumo avrebbe dovuto riguardare tutte le aree verdi, ma all'ultimo è stato deciso che ai cittadini sarà consentito fumare a patto che siano rispettati i 10 metri di distanza fra le persone. "Che delusione la delibera sulla qualità dell'aria. Ora retromarcia anche sul fumo nei parchi.

Non si fuma nei parchi di Parigi, New York, California, Seul, Sydney, Lettonia e Macedonia. Siamo proprio il fanalino di coda delle città virtuose e green. Se questa è la risposta all'emergenza climatica siamo fritti", ha protestato il consigliere dem sulla propria pagina Facebook.

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