«Milano smart city? Non ci siamo La città deve respirare meglio»

Il conduttore di «Sapiens»: «Non basta essere connessi ma equilibrio con il territorio. Meno auto e più verde»

Luca Pavanel

«Occhio alla Smart City, la città intelligente. Se questo vuol dire che la tecnologia ci risolve tutto allora non ci sto, sul punto divento critico. Questo riguarda pure Milano». Parole di Mario Tozzi, sessant'anni, geologo-divulgatore scientifico e conduttore di «Sapiens-Un solo pianeta», in onda questa sera su Rai3 alle ore 21.45 sul tema della «Città che cambia», benvenuti nella quinta puntata in tv.

Durante la trasmissione televisiva ampio spazio verrà dedicato anche a pregi e difetti del capoluogo lombardo, una città che nonostante i passi in avanti che ha fatto nel tempo ha ancora strada da percorrere, se confrontata ad altre metropoli più avanzate, nel mondo.

Tozzi, nonostante i progressi e l'immagine di città che progredisce, di quali problemi di Milano si parlerà «A Sapiens-Un solo pianeta»?

«L'inquinamento atmosferico della pianura Padana e di Milano lo metteremo bene in evidenza, anche se bisogna prendere atto che miglioramenti ci sono stati rispetto al passato, quando lo smog era diventato una cosa tremenda».

La capitale lombarda «bene», ma non «benissimo» a quanto pare, vecchi problemi che resistono o c'è altro?

«Beh, un altro tema è sicuramente quello dell'inquinamento luminoso urbano. A ben vedere questa non è cosa da poco. Infatti se si guarda una mappa dell'Europa di notte, il luogo più illuminato di tutti risulta proprio essere Milano, la pianura Padana; più di Londra, più di Parigi, più dei Paesi Bassi».

Troppa luce fa male?

«La nuova illuminazione al Led è conveniente dal punto di vista ambientale perché consuma meno e ti fa risparmiare in termini di emissioni inquinanti. Però è anche vero che questo eccesso di luce artificiale, che spesso c'è nelle città, può arrivare a modificare i nostri stili vita».

Cioè, si spieghi meglio...

«Per esempio, gli alberi possono non sentire la differenza notte-giorno, perché la luce al Led è molto forte. Un esperimento per capire meglio. Se mi fermo in via Paolo Sarpi e aspetto che arrivi la sera, vedo che posso continuare a leggere tranquillamente senza nemmeno mettermi gli occhiali. Come è possibile che anche di notte posso leggere come se fosse giorno? Ci siamo interrogati pure su questo. Secondo degli studi questo provoca problemi».

Rimedi possibili, partiamo dalle tecnologie...

«Riguardo al discorso Smart City non è sufficiente essere connessi, con un'app sapere dove sono le farmacie e i parcheggi aperti. Cose utili, ma la vera sostanza è che occorre trovare un equilibrio con il territorio, la vivibilità autentica. Ed è una questione di cultura e non soltanto di tecnologie».

Il capitolo inquinamenti: smog e luci...

«Non bastano le misure che sono state prese, sarei ancora più drastico. Se vuoi veramente città più vivibili, che respirano piano piano i mezzi privati devi tenerli fuori. C'è di buono che qui il bike sharing e il car sharing funzionano, mentre a Roma tutto questo è fallito miseramente. Per quanto riguarda il Led, infine, bisognerebbe usarlo con più cautela».

Come siamo messi con il verde urbano?

«Per quanto stiano incrementando, per gli spazi verdi milanesi si può fare ancora di più. C'è il maxi progetto dei 30mila alberi, il bosco verticale; i nuovi spazi come City Life sono buoni tentativi ma ce ne vorrebbero altri. Insomma, spingere ancora di più sul verde urbano è bene».

Metropoli a cui ispirarsi per migliorare?

«Penso a città come Friburgo oppure ad Amsterdam. Il modello migliore in Europa è quello della città tedesca.

Friburgo ha messo la tecnologia al servizio della sostenibilità, dal punto di vista ambientale, pur stando nella Germania produttiva. Nel resto del mondo penso a città come Singapore, dove gestiscono la questione ecologica a volte con molta durezza; lì se ti vedono buttare una cosa per terra possono essere guai, c'è persino l'arresto».

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