Moratti prova con la piazza ma la sinistra è nel pallone

L'ex vicepresidente vuole ingraziarsi Pd e Terzo polo però trova i democratici confusi e divisi come al solito

Moratti prova con la piazza ma la sinistra è nel pallone

Per ingraziarsi il centrosinistra, Letizia Moratti oggi scende in piazza, e partecipa alla manifestazione pro Ucraina che si celebra all'Arco della Pace alle 16, convocata dal Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, ma aperta anche a molti esponenti del Pd.

«Sarà un palco non partitico - sembra frenare Calenda - Il fatto che venga la Moratti non significa che ci sia vicinanza verso nessun partito, è un palco per l'Ucraina». È una manovra tutta politica, invece, quella della ormai ex vicepresidente. Una manciata di giorni dopo le dimissioni dalla Regione - e idealmente anche da quel mondo politico di centrodestra al quale ha sempre fatto riferimento - Moratti prova una ardita manovra di avvicinamento all'area che nei suoi piani potrebbe in qualche modo lanciarla come candidata governatrice della Lombardia, unico vero obiettivo pubblico che sembra starle a cuore in questa fase.

Sceglie il popolo del centrosinistra Moratti, e fa arrabbiare molto, i leghisti, ma trova un mondo diviso in due, e apparentemente parecchio confuso, sulle elezioni come sulla guerra d'invasione della Russia. Il Pd, confuso come al solito, si divide, molti infatti - a partire dal segretario Enrico Letta - aderiscono al corteo pacifista che chiede il disarmo dell'Ucraina. Con i pacifisti andrà anche Pierfrancesco Majorino, e come lui tanti altri. Altrettanti parteciperanno invece all'iniziativa pro Kiev.

Oltre al Terzo polo, che è ideatore del sit-in (parteciperanno Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, Matteo Richetti, Enrico Costa, Lisa Noja e tanti altri) all'Arco della Pace oggi ci saranno infatti figure «indipendenti» e molto diverse fra loro, dall'ex presidente della Camera Pierferdinando Casini a Marco Cappato, radicale, pannelliano, artefice delle battaglie libertarie sul «fine vita» dell'Associazione Coscioni. Ma si vedranno anche tanti «dem», a partire dall'assessore Pierfrancesco Maran, recordman di preferenze alle Comunali. E, sempre in casa Pd, faranno la loro apparizione fra l'altro il senatore - ed ex segretario regionale - Alessandro Alfieri, e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. E ieri ha aderito anche la segretaria del Pd milanese, Silvia Roggiani. In quella piazza, Moratti troverà anche un potenziale rivale: Carlo Cottarelli, economista, destinatario per un giorno di un incarico di governo, oggi senatore del Pd per quanto sconfitto nettamente nel collegio di Cremona da Daniela Santanchè. E la confusione sull'Ucraina è pari a quella sulle candidature.

Un pezzo del Pd infatti, non ne vuole sapere di Moratti candidata. Per non parlare dei 5 Stelle, che l'ipotesi non sembrano prenderla neanche in considerazione, e della sinistra che sta a sinistra del Pd. Ieri, per esempio, il coordinamento Lombardo per il diritto alla Salute «Dico 32», ha promosso a Milano, nella sede Arci di via Bellezza, un incontro cui partecipato esponenti di tutte le forze politiche di opposizione in Regione, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni. «I partiti hanno accolto positivamente la nostra piattaforma - ha sottolineato Vittorio Agnoletto - come punto di partenza, riservandosi di inviarci osservazioni e alternative su alcuni punti specifici, che aspettiamo.

Non tocca a noi proporre schieramenti elettorali, ma lanciamo l'allarme: ancora cinque anni di governo del centrodestra e in Lombardia non rimarrà più nulla del Servizio Sanitario Pubblico.Questa nostra proposta è antitetica e inconciliabile con le scelte operate da chi sta governando la Lombardia».

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